POLITICA In Spagna le urne incoronano vincitore un partito dell’Internazionale Socialista, risultato ormai abbastanza inusuale, e allo stesso tempo vedono l’estrema destra entrare in parlamento, come invece è ormai molto usuale. Sanchez pare avviato verso la formazione di un governo di centrosinistra insieme a Podemos, che si troverà a governare la Spagna mentre si annuncia una nuova ondata di recessione. In Catalogna la vittoria dell’ala nazionalista moderata sugli indipendentisti radicali suona come un bilancio del braccio di ferro che ha opposto Barcellona a Madrid qualche tempo fa. GEOPOLITICA Tra i vari dissidi interni al governo giallo-verde (e forse a parziale spiegazione di alcuni dei più aspri scontri di queste settimane) c’è anche la situazione libica, con Conte ed Elisabetta Trenta orientati verso una timida apertura ad Haftar, mentre Salvini appare più legato a una difesa del governo di Tripoli in funzione anti-francese. La confusione che caratterizza la politica estera del Governo tuttavia non è solo l’espressione della sua inesperienza, ma rispecchia l’assenza di strategia di una borghesia italiana che oscilla tra il codismo verso le grandi potenze e le velleità di protagonismo. In questo quadro i diritti del popolo libico e gli interessi dei lavoratori e dei comuni cittadini italiani finiscono per contare come il tre di picche.
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