GEOPOLITICA Se il 2021 si è chiuso con una nuova crisi in Ucraina, il 2022 si apre con la rivolta in Kazakistan, dove la situazione appare ancor più intricata, tra rivolta sociale, scontro nell’establishment nazionale e mire occidentali, russe, cinesi e turche. E a complicare il quadro gli effetti potenzialmente dirompenti della crisi non solo sul mercato dell’energia, già in forte tensione, ma anche sul sistema delle criptovalute, a cui il paese asiatico fornisce circa un quinto dell’attività di mining. In questa prima newsletter dell’anno i pareri di alcuni analisti e la traduzione di un’intervista ad Ainur Kurmanov, dirigente politico e sindacale, 10 anni fa protagonista dell’ondata degli scioperi negli impianti petroliferi di Zhanaozen e oggi in esilio.
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