SINDACATO La guerra commerciale che ormai tutti danno per dichiarata tra USA e resto del mondo è oggetto di interventi da parte di tutti tranne uno dei soggetti che dovrebbe essere maggiormente interessato: il sindacato. A rischio infatti ci sono decine di migliaia di posti di lavoro. Il sindacato ha un orientamento, certo, ma non si vede. Andando a scavare emerge che la posizione di IndustriALL, la confederazione globale dei sindacati, più che un ‘no ai dazi’ è un ‘no ai dazi di Trump’. Per i maggiori sindacati di settore del mondo la crisi dell’acciaio si risolve con una pressione congiunta sindacati-imprese sulla politica al fine di ottenere misure antidumping, di fatto anch’esse dei dazi, contro la Cina, mentre a Trump si rimprovera che le misure americane più che Pechino colpiscono gli altri produttori, dal Canada alla Russia, dall’Europa alla Turchia. ECONOMIA Il 2018 dovrebbe essere l’anno del sorpasso dell’economia indiana sulla Cina, mentre un tweet del Ministro per l’Elettronica e l’IT indiano annuncia che la produzione di cellulari in India è aumentata di 60 volte negli ultimi 4 anni. Dietro questi dati però si nasconde un paese in cui i giovani, maggioranza della popolazione, affrontano un mercato del lavoro dove il 47% degli occupati lavora nella cosiddetta ‘economia informale’. Lo denuncia un movimento giovanile contro la disoccupazione sviluppatosi nel Karnataka, lo Stato dove sorge la ‘Silicon Valley indiana’ di Bangalore. Una situazione che andrebbe indagata con maggiore attenzione per capirne i possibili sviluppi futuri. SPORT In Italia arriva Cristiano Ronaldo, un evento sportivo con conseguenze importanti anche sul piano economico. Il giocatore infatti per il capitalismo italiano è un nuovo importante asset, che, secondo uno studio di Forbes del 2017, vale quasi un miliardo di dollari solo in termini di entrate pubblicitarie tramite i social.
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