Newsletter140622: USA E ora Amazon licenzia i sindacalisti

LAVORO&SINDACATO Negli USA dopo la vittoria del sindacato nel magazzino di New York Amazon è passata all’offensiva licenziando gli esponenti chiave di Amazon Labor Union. La vittoria nelle urne, insomma, è tutta da consolidare. CAPITALISMO Agenzie internazionali, governi e aziende private analizzano l’impatto della pandemia e della guerra sulla logistica, sull’economia e sul clima e le previsioni non sono buone: inflazione, carestie, ondate migratorie, shock climatici, maggiore protagonismo delle imprese private rispetto al pubblico. E il segretario generale della NATO avvisa: “La libertà viene prima del commercio”, cioè gli interessi geopolitici degli USA contano più degli interessi economici del resto del mondo. ANALISI Alla base di tanti luoghi comuni del dibattito sulla guerra c’è anche il fatto che pochi, a parte gli addetti ai lavori, sanno come si combatte concretamente nell’era dei Big Data. Insomma si parla dell’Ucraina pensando alla Seconda guerra mondiale.

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Newsletter100622: Sul filo del rasoio. Medio Oriente e guerra in Ucraina

GEOPOLITICA Si parla tanto degli effetti della guerra in Ucraina nel mondo, ma nel farlo si trascura un’area in cui, per ragioni diverse, tali effetti potrebbero essere più esplosivi: il Medio Oriente, dove, per fare un solo esempio, in Siria i soldati americani e russi combattono a diretto contatto tra loro e un banale incidente potrebbe avere conseguenze drammatiche. CULTURA&SOCIETÀ Il cinema può essere uno specchio della società che cambia, talora più sensibile nel registrare alcuni aspetti del mutamento delle stesse socienze sociali. Con Andrea Pergolari, autore di un recente volume sulla commedia all’italia, parliamo della progressiva marginalizzazione dei proletari dallo schermo e della loro sostituzione col “ceto medio” e, più in generale, degli aspetti sociali e politici di questo genere cinematografico nell’Italia del dopoguerra.

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Newsletter270522: UCRAINA Se anche i sindacati “radicali” si arruolano…

SINDACATO&GUERRA Alcune organizzazioni sindacali e politiche occidentali di “radicali” utilizzano il “diritto all’autodifesa” dei lavoratori ucraini per teorizzare che questi debbano subordinarsi agli interessi degli oligarchi locali e dell’imperialismo americano ed europeo. Un approccio esemplificato da un’intervista di Herbert Claros, dirigente di CSP Conlutas e del PSTU brasiliano, pubblicata ad aprile da alcuni siti italiani. Le tesi di Claros vengono smentite da un recente reportage di openDemocracy. L’articolo conferma che in Ucraina la guerra guerreggiata contro la Russia non ha portato a una sospensione, neppur temporanea, della guerra di classe. Imprese nazionali ed estere, pubbliche e private usano la legislazione speciale approvata a marzo per scaricare i costi del conflitto sui lavoratori, mentre il governo e i parlamentari di Zelenski mandano i sindacalisti al fronte e preparano una nuova controriforma del lavoro per il dopoguerra. Insomma c’è chi a sinistra teorizza che i lavoratori ucraini debbano allearsi col governo di Kiev. Ma il governo di Kiev ad allearsi coi lavoratori non ci pensa proprio.

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Newsletter170522: OIL, la guerra brucia milioni di posti di lavoro

LAVORO Un recente rapporto dell’OIL si sofferma sugli effetti che la guerra in Ucraina sta dispiegando non solo sui posti di lavoro nel paese aggredito, ma anche nei paesi confinanti, in quelli che dipendono economicamente dalle rimesse degli emigrati in Russia e anche nel resto del mondo. Anche per quanto riguarda gli effetti sul mercato del lavoro il conflitto è già mondiale. OLIGARCHI 3 Un articolo scritto nel 2014 da un parlamentare ucraino, giornalista e attivista anticorruzione, legato all’ex presidente Poroshenko spiega come gli oligarchi abbiano continuato a governare il paese dopo la rivolta di Maidan e racconta la parabola ascendente di uno di essi, Igor Kolomoiski, padrino politico dell’attuale presidente Zelenski.

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Newsletter130522: “Scuola e pandemia. La scuola non aiuta gli studenti”

SCUOLA Gli effetti del rapido succedersi della pandemia e della guerra e un’istituzione scolastica che non aiuta a decifrare eventi così complessi e ad affrontare lo smarrimento che ne deriva. Ne parliamo con Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi. ECONOMIA I dati dell’Economist smentiscono le previsioni su un rapido crollo dell’economia russa sotto il peso delle sanzioni. OLIGARCHI 2 La contesa sul Donbas al centro di una fitta trama di alleanze (e di conflitti) tra oligarchi russi e ucraini e tra oligarchi ucraini proiettati ai vertici del governo di Kiev. Un articolo di otto anni fa che ci aiuta a capire più in profondità una guerra in cui gli “interessi dei popoli” non potrebbero contare di meno.

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Newsletter080422: Sanzioni, quando il PD rincorreva la Lega

POLITICA Sulle sanzioni alla Russia, così come sulle armi, l’ipocrisia della politica non ha limiti. Un piccolo episodio del 2016 ci mostra come l’odierna intransigenza di Letta sul tema dei rapporti economici con la Russia sia stata preceduta, invece, da una notevole “flessibilità”. ANALISI La guerra è un fenomeno complesso che va studiato in modo rigoroso. Alcuni esempi storici ci ricordano che nei conflitti armati agli aspetti più strettamente politici e militari si mescolano fattori economici e demografici. Parlare in termini semplici di un tema complesso significa, il più delle volte, fare propaganda.

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Newsletter150322: Perché il movimento pacifista è attaccato dai giornalisti?

GUERRA&PROPAGANDA Le grandi corazzate dell’informazione nazionale attaccano chi solleva dubbi ed esita a indossare la mimetica, più di quanto faccia la politica, a conferma che gli opinion maker stanno colmando gli spazi lasciati dalla debole e inadeguata classe dirigente del capitalismo italiano, così come in altri frangenti della nostra storia hanno fatto i giudici. STORIA Un articolo sulle origini della Prima guerra mondiale prova a far luce sulla natura sistemica delle guerre, sbocco di contraddizioni oggettive latenti nelle nostre società e che travalicano le decisioni individuali. Riflessioni che oggi, nel pieno di una crisi internazionale, assumono un particolare valore. PUNTOCRITICO Giovedì a Genova oltre 100 persone hanno preso parte alla presentazione de “Il significato della Seconda guerra mondiale” di Ernest Mandel e la discussione dai conflitti di ieri si è allargata naturamente alla guerra di oggi.

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Newsletter110322: Chi arma gli ucraini non li aiuta, li usa

GUERRA Giornalisti d’assalto, intellettuali, conduttori e ospiti dei salotti tv: tutti pronti a perorare la causa della linea dura con Putin e dell’invio di armi a Kiev e a gettare su chi non indossa l’elmetto l’ombra del sospetto: colluso col nemico? Un intervento di Marco Veruggio denuncia: inviare armi agli ucraini non significa essere solidali, ma cercare di sfruttarne la resistenza per i propri fini. Da Genova un documento firmato da dirigenti politici, sindacali, dell’associazionismo ricollega l’impegno internazionalista contro la guerra a un episodio di 100 anni fa, l’assalto squadrista alla sede del quotidiano socialista “Il Lavoro”.  SINDACATO In Colombia anche essere iscritti al sindacato negli stabilimenti delle ditte d’appalto di Coca Cola significa essere in guerra, una guerra sociale. Lo denunciano a Elena Rusca i dirigenti di Sinailtrainal, da anni vittime di minacce, assassini, sequestri, spionaggio e persecuzioni.

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Newsletter080322: UCRAINA La sfida per l’economia globale si tinge di sangue

CAPITALISMO&GUERRA Aldilà dei suoi esecutori materiali la guerra rappresenta l’esplodere di tensioni latenti nella sfida per l’egemonia economica globale, che non sempre la diplomazia non riesce a contenere. Come ci spiega Elena Rusca, traendo spunto da una riunione dell’ONU sulla crisi ucraina, in un’economia in cui tutto è merce e persino le agenzie che si occupano di soccorrere le vittime dei conflitti armati agiscono come “imprese umanitarie”, le ragioni delle guerre sono in larga misura legate all’accaparramento di materie prime e mercati di sbocco per i propri prodotti. E come documenta l’ultima inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalism, The Ericsson List, può capitare che mentre le cancellerie occidentali demonizzano il proprio nemico del momento le loro aziende, al riparo dai riflettori, concludano affari con lui, persino se quel nemico si chiama ISIS.

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Newsletter010322: Le possibili conseguenze della guerra

GUERRA&ARMI UE e Italia invieranno armi all’Ucraina. Come spiega la nota di Piero Acquilino è uno dei tanti effetti di un periodo storico in cui, finita l’era deterrenza nucleare, il tema strategico centrale è diventato come fare la guerra senza che questa si trasformi in conflitto totale, in un mondo in cui le fitte trame di legami economici tra paesi sviluppati rendono sempre più difficile fare la guerra senza innescare una reazione a catena. Le armi sono anche lo strumento attraverso cui il complesso militar-industriale americano maneggia somme colossali di denaro pubblico, nel 2021 quasi 800 miliardi di dollari, quasi metà del PIL italiano, e ne ricavano profitti miliardari e potere. Il business delle armi, tuttavia, ingrassa anche l’industria bellica italiana, come ci racconta il secondo reportage di Elena Rusca dai campi minati del Sahara occidentale.

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