Newsletter041122: Giardini e giungle, ancora il colonialismo europeo

POLITICA Se il “ministro degli esteri” dell’Unione Europea, Josep Borrell, rappresentante dell’Internazionale Socialista, parla dell’Europa come di un giardino che va difeso da eventuali “invasioni” della giungla che lo circonda e adotta una retorica simile a quella dello Stato israeliano, significa che l’imperialismo europeo non è soltanto un ricordo dell’Otto-Novecento. E che bisognerà tornare a fare i conti con un dato di fatto: i “cattivi” non sono sempre gli altri. IMMIGRAZIONE Un nuovo rapporto sui numeri dell’immigrazione in Italia ci ricorda che la retorica dell’ “invasione”, appunto, è pura propaganda. Dalla Liguria un intervento che colloca il fenomeno anche nel contesto locale. SCIENZE Le mappe sono uno strumento di indagine che affonda le proprie radici nell’antichità, ma che oggi, anche grazie allo sviluppo delle mappe digitali, stanno conoscendo una nuova crescita. Uno scritto di Stefano Rota affronta il tema del rapporto tra mappe e reti, citando anche lo studio di PuntoCritico sulla mappa delle rete Amazon in Italia.

Newsletter030522: I rischi della polveriera ucraina

POLITICA Due articoli tratti dalla stampa americana e israeliana ci forniscono spunti di riflessione interessanti circa i rischi della polveriera ucraina. Foreign Policy analizza i possibili effetti dell’invio massiccio di sistemi d’arma tra i più sofisticati e foreign foghters in un paese da tempo protagonista di traffici d’armi illegali. Mentre Haaretz documenta le dichiarazioni di Zelenski secondo cui l’Ucraina del dopoguerra imiterà Israele e “non sarà assolutamente uno Stato liberale all’europea”. STORIA Un articolo di Amedeo Rossi, prendendo le mosse dalle consuete polemiche alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, recensisce un recente volume e analizza la storia della Brigata Ebraica e il suo utilizzo propagandistico.

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Newsletter040621: Conflitto israelo-palestinese e lotta di classe

POLITICA Il nuovo primo ministro israeliano sarà un ex imprenditore milionario del settore high-tech, anche lui nazionalista, che annuncia tagli delle tasse e deregulation. Se le migliori condizioni riservate ai lavoratori ebrei sono state a lungo la principale arma dei partiti sionisti per dividerli dai lavoratori arabo-israeliani e palestinesi, da tempo le politiche neoliberali stanno erodendo la base materiale di tale divisione. In questo, più che nelle manovre della diplomazia internazionale, ci pare si annidi la prospettiva di una soluzione della questione palestinese, cioè nell’intreccio tra questione nazionale e questione sociale, un nodo da sempre al centro della stessa questione ebraica, che la nascita del movimento sionista sciolse proprio preferendo la via nazionalista a quella socialista. La nostra analisi e due documenti: il primo sul ruolo del laburismo e dell’Histadrut nella storia e nella società israeliana e il secondo sul nuovo sindacalismo indipendente in Israele.

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Newsletter210720: Giovani e lavoratori contro Netanyahu

POLITICA In Israele crescono in modo significativo, sia in termini numerici sia di combattività, le manifestazioni contro l’inossidabile leader del Likud e primo ministro Benjamin Netanyahu, già indebolito dai suoi guai giudiziari (è sotto processo per corruzione) e ora travolto dalla crisi economica e dalle critiche per come ha gestito l’emergenza sanitaria. Alle manifestazioni dei giorni scorsi ieri si è aggiunto lo sciopero indetto dal sindacato delle infermiere. LAVORO Se le associazioni di categoria dei datori di lavoro non mancano di ricordare ogni giorno al Governo quanto hanno perso a causa della pandemia e, conseguentemente, di battere cassa, è l’ordine dei consulenti del lavoro italiani, invece del sindacato, a denunciare che la cassa integrazione ha falcidiato i salari dei lavoratori dipendenti, con tagli che vanno dal 20% al 45% dello stipendio per un ammontare di 3,5 miliardi di euro al mese. Un tema da non dimenticare nei prossimi mesi, quando, come ha annunciato Conte agli Stati Generali, si discuterà di riforma degli ammortizzatori sociali.

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Newsletter030320: Tra mascherine e smart working

LAVORO L’emergenza coronavirus è stata radiografata in ogni possibile sfaccettatura, con la sola eccezione del punto di vista dei lavoratori, che invece stanno già pagando le prime conseguenze oggi e rischiano di pagarne di più pesanti domani. Una panoramica tra le fabbriche del Veneto e le cooperative della Liguria, dal trasporto pubblico locale piemontese e campano alle aziende assicurative nel milanese. FINANZA Il recente annuncio dell’offerta lanciata da Intesa San Paolo su UBI Banca ripropone il tema del risiko bancario nell’era del tasso zero. Le banche hanno una strategia per difendere la redditività. Non altrettanto, si direbbe, i sindacati per difendere i lavoratori. GEOPOLITICA Un recente rapporto dell’ONU sulla presenza di aziende israeliane, americane ed europee nei Territori Occupati getta una luce sugli interessi economici che sostengono la costruzione di nuovi insediamenti e il mantenimento dei vecchi da parte dei coloni israeliani, sulle ragioni della politica americana e sul valore reale della ‘legalità internazionale’.

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Newsletter280220: Sanders e la questione palestinese

GEOPOLITICA Dopo la vittoria di Sanders in Nevada in molti vedono il ‘candidato socialista’ come probabile avversario di Donald Trump a novembre. Gli osservatori esteri e gli estimatori di Sanders si concentrano in particolare sulle misure di politica economica che egli dice di voler introdurre se sarà eletto. Ma il presidente degli USA è anche figura di vertice della principale potenza economica, politica e militare nel mondo. Nella newsletter di oggi utilizziamo il conflitto israelo-palestinese e più in generale il tema della politica americana in Medio Oriente come cartina di tornasole per analizzare le posizioni espresse dai candidati alle primarie democratiche e le loro critiche a Trump. Per Sanders, ebreo americano, la tradizionale politica USA in Medio Oriente e l’alleanza con Israele non sono in discussione e il conflitto in Palestina rimane rigidamente compresso nello schema dello scontro tra nazioni, senza alcuna concessione alle dinamiche di classe interne alle società israeliana e palestinese. La domanda è: si può essere ‘socialisti’ in America e nazionalisti all’estero?

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Newsletter200919: A chi parla il partito di Renzi?

ITALIA Più che i retroscena e si sondaggi che appassionano giornalisti e salotti tv, ciò che interessa maggiormente del nuovo partito di Renzi è la sua natura sociale, che finirà per determinarne le scelte di percorso. Espressione di una piccola borghesia di provincia e della retorica del made in Italy e del ‘piccolo è bello’ tanto in voga anche s sinistra, il partito del ‘cerchio magico’ si annuncia come l’ennesimo contenitore alla rincorsa del ‘ceto medio produttivo’. ISRAELE La ‘non vittoria’ dello storico capo del Likud Netanyahu questa volta potrebbe rappresentarne la fine politica. Un tassello che sembra inquadrarsi alla perfezione nell’evoluzione degli assetti geopolitici del Medio Oriente in questo ultimo anno. Proprio quest’ultimo aspetto, confermato dai silenzi dei suoi alleati internazionali, Trump e Putin, sembra confermare che per l’anziano leader tira una brutta aria.

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Newsletter120419: Israele, la scomparsa dei laburisti

POLITICA Benyamin Netanyahu si conferma il leader di Israele anche per i prossimi anni, ma la vera novità di queste elezioni è la disfatta del Partito Laburista, che vede la propria rappresentanza parlamentare ridotta a un terzo. Le ragioni di questo risultato elettorale sono certamente radicate nel fallimento del processo di pace tra israeliani a palestinesi, ma anche alle posizioni assunte dai laburisti sulla questione sociale, un terreno su cui essi sembrano condividere la stessa sorte di altri importanti partiti dell’Internazionale Socialista. LOTTE In Algeria il tentativo di gestire in modo gattopardesco la transizione dopo le dimissioni di Bouteflika si scontra con una reazione popolare di cui sono protagonisti in queste ore gli studenti e il movimento sindacale indipendente, che ha convocato uno sciopero generale. La repressione contro le manifestazioni di questi ultimi giorni potrebbe essere un tentativo della vecchia guardia di far degenerare la protesta in modo da creare le condizioni per un intervento dell’esercito, come 8 anni fa in Egitto. CINQUESTELLE Un piccolo scandalo suscitato nei giorni scorsi dalle rivelazioni dell’edizione torinese di Repubblica riguardo agli indebiti compensi di Giovanni Foti, amministratore delegato dell’azienda di trasporto del Comune guidato da Chiara Appendino, conferma quanto avevamo osservato un anno fa a proposito della ‘collaborazione’ tra la sindaca a cinque stelle e il governatore dem del Piemonte.

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