SINDACATO L’UGTT, la potente centrale sindacale tunisina che nel 2011 innescò la rivoluzione che provocò la cacciata di Ben Alì, toglie il proprio sostegno al presidente Kais Saied e convoca uno sciopero a cui aderiscono il 96% dei dipendenti pubblici. Oggetto dello scontro l’ennesimo round di sacrifici chiesti dal FMI ai lavoratori tunisini in cambio di finanziamenti. La crisi ucraina e la speculazione sulle materie prime imprimono un’accelerazione alla crisi e accomunano i lavoratori delle due sponde del Mediterraneo. ECONOMIA Mentre in tutto il mondo, appunto, l’aumento dei prezzi dei combustibili colpisce i salari dei lavoratori e genera instabilità sociale, il governo greco mette il veto alla Commissione Europea scongiurando la messa al bando del trasporto di petrolio russo via mare. Per effetto di quel veto gli armatori greci, che controllano il 20% della flotta mercantile mondiale, ma all’80% battono bandiera di altri paesi, vedono moltiplicarsi per 60 le entrate derivanti da quel business.
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