Newsletter250521: La guerra dei chip

ECONOMIA&TECNOLOGIA Da mesi l’economia mondiale si scontra con la carenza di semiconduttori e di microprocessori, componenti presenti ormai nei più comuni dispositivi elettronici, di cui la pandemia ha fatto impennare la domanda. Questa crisi, che rischia di ripercuotersi sulle prospettive di ripresa economica postpandemica, assume anche un carattere politico e strategico nell’ambito delle crescenti tensioni tra USA e Cina. L’Europa e l’Italia, in questo quadro, appaiono ancora una volta il classico “vaso di coccio tra i vasi di ferro”. LAVORO&TECNOLOGIA L’economia dei microchip continua a funzionare grazie al lavoro umano. Negli anni ’90 una parte della sinistra aveva teorizzato l’avvento del postfordismo, cioè che le nuove tecnologie avrebbero segnato l’affermazione del “lavoro immateriale” prefigurando una sorta di superamento liberatorio della divisione del lavoro e della catena di montaggio. Amazon, col suo taylorismo digitale, ha dimostrato il contrario, ma qualcuno lo aveva capito già all’epoca.

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Newsletter110521: Dagli USA una strategia per i lavoratori di Amazon

LAVORO Un lungo colloquio con Charmaine Chua, studiosa di logistica, ma anche collaboratrice di Amazonians United, rete di lavoratori-attivisti nata due anni fa negli USA, ci spiega come è possibile organizzare i lavoratori attorno ad alcune elementari rivendicazioni sindacali anche se nei magazzini Amazon finora non esiste un sindacato ufficialmente riconosciuto e affronta il problema della strategia. Se Amazon utilizza la sua tentacolare rete logistica per rendere gli scioperi inefficaci, allora è necessario sfruttare i punti deboli, le “strozzature” della rete stessa, per impedirglielo. Una riflessione che ci pare di grande attualità anche in Italia. SALARIO MINIMO Nel discorso del Primo Maggio il segretario della CGIL Landini ha riproposto la formula per cui il salario minimo non basta. Vero. Ma sembra un modo un po’ da sindacalisti per dire che la CGIL è contraria senza riconoscerlo apertamente.

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Newsletter030321: Declino USA e “ottimismo tecnologico”

POLITICA&STRATEGIA Oltre alla pandemia e a episodi come quello dell’assalto al Campidoglio c’è un altro terreno su cui è possibile cogliere i sintomi del declino americano, uno di quelli su cui in particolare gli USA hanno costruito la propria potenza: la guerra. Da ormai alcuni decenni l’esercito americano non riesce più a “vincerne” una, nel senso non semplicemente di neutralizzare l’esercito nemico, ma di riuscire poi a imporre il proprio controllo sul suo territorio. Una delle ragioni dello stallo sembra affondare le proprie radici nella dottrina strategica elaborata negli USA dopo la fine della Guerra fredda e fondata su quello che potremmo definire “ottimismo tecnologico”, cioè l’illusione che la superiorità dei sistemi d’arma, di comunicazione, logistici sia di per sé sufficiente a garantire alle forze armate americane la supremazia su qualunque avversario in qualunque condizione e in tal modo a conservare la propria egemonia globale. La consapevolezza che le cose sono più complesse comincia a filtrare e rappresenterà un bel problema per l’amministrazione Biden, tanto più che il confronto con la Cina (e la Russia) sembra non conoscere tregue e che il “ritorno al multipolarismo” implica quasi inevitabilmente una parrallela crescita della proiezione militare americana nel mondo.

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Newsletter080121: USA, il crepuscolo dell’ “impero”?

POLITICA Il “golpe di Trump” non può essere ridotto all’iniziativa cinica o disperata di un uomo che non vuole abbandonare il potere, ma riflette una lacerazione all’interno del capitalismo a stelle e strisce che si riverbera sull’intera società americana e indebolisce gli USA anche sul piano internazionale. Chi ne esce peggio sembrano essere i Repubblicani, che detestano Trump ma hanno avuto paura di isolarlo per tempo. LAVORO L’onorificenza concessa da Mattarella a un’addetta alle pulizie in servizio presso un ospedale milanese quale riconoscimento simbolico per una categoria in prima linea contro il covid-19 non è valsa ai lavoratori del settore multiservizi un tavolo negoziale per il rinnovo del loro contratto scaduto da sette anni. Una nostra analisi di un settore ignorato ma essenziale, per le imprese una trincea avanzata per l’abbattimento del costo del lavoro, che nel 2020 è prosperato grazie al boom delle sanificazioni.

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Newsletter061020: USA Cronache della pandemia

POLITICA L’Economist il 2 ottobre ha dedicato il suo editoriale al contagio di Donald e Melania Trump, chiedendosi quale effetto la pandemia e questo specifico episodio avranno sulle elezioni del 3 novembre. Secondo l’autorevole organo del capitalismo britannico anche nella migliore delle ipotesi le conseguenze per il presidente uscente saranno negative. SOCIETA’ Ma c’è un’altra domanda, forse ancora più importante, a cui rispondere ed è che effetto la pandemia avrà sulla società americana e in particolare nel mondo del lavoro di qui ai prossimi anni. Una corrispondenza sulla sindacalizzazione nel settore della ristorazione, particolarmente colpito dal virus, e due schede ci aiutano ad approfondire l’argomento, ma anche a fare qualche riflessione sull’Italia.

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Newsletter210420: le incognite della fase 2

TRASPORTI Si parla di fase 2 ma nessuno finora è in grado di spiegarci come funzionerà. Ad esempio: come verranno garantiti i trasporti e il rispetto della distanze di sicurezza? In Cina dopo il COVID-19 un terzo della popolazione è passata al mezzo privato. E’ questa la soluzione migliore anche per l’Italia? AAA Cercasi una strategia. LAVORO Un intervento del segretario della FIOM di Genova Bruno Manganaro ci ricorda che il sindacato è nato per migliorare le condizioni di lavoro in azienda e sottolinea come la pandemia oggi apra un nuovo capitolo di quella storia, in cui, oggi come ieri, ai lavoratori – che pure oggi si ‘scoprono’ essenziali – nessuno regalerà nulla. SANITA’ Le assicurazioni su cui si basa il sistema sanitario americano copriranno le cure necessarie ai malati di COVID-19? Un articolo del New England Journal of Medicine, una delle più antiche e autorevoli riviste mediche americane, risponde a questa domanda, svelando le trappole della sanità statunitense.

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Newsletter030420: Svizzera ‘Non usate il covid contro i lavoratori’

LAVORO Anche nella puntigliosa Confederazione Elvetica la maggior parte dei lavoratori, anche quelli impiegati nei servizi non essenziali, continua a lavorare e a vedere le misure di sicurezza previste dal governo inattuate dalle proprie aziende. Lo denuncia UNIA, il maggiore sindacato svizzero. Le organizzazioni datoriali, anzi, approfittano della crisi per mettere in discussione leggi e norme contrattuali. ECONOMIA Un saggio di due ricercatori londinesi ipotizza che l’impatto del COVID-19 sull’economia americana potrebbe far esplodere una nuova bolla, legata al debito delle imprese, in particolare quelle di medie e piccole dimensioni, accelerando il processo di concentrazione di capitale già in atto. Le conseguenze potrebbero essere pesantemente negative, perché – come dimostrano i dati – le grandi società non finanziarie quotate in Borsa negli USA sono quelle che da decenni investono di meno prediligendo la distribuzione dei dividendi agli azionisti.

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Newsletter240120: India, modernizzazione bloccata

ECONOMIA Dietro i grandi numeri fatti registrare negli anni passati l’India si sta dimostrando incapace di marciare speditamente verso una modernizzazione della propria economia e della propria struttura sociale eccezionalmente contraddittoria. Il ritmo crescita dell’occupazione, in particolare nel settore avanzato della produzione, mette in dubbio l’idea diffusa che nei prossimi anni il paese sia in grado di sfidare la Cina. La sua collocazione fa sì che questa fragilità rivesta un significato rilevante anche sul piano geopolitico. GEOPOLITICA L’accelerazione dello scontro Iran-USA tra dicembre e gennaio è stata interpretata da alcuni come la possibile scintilla di una guerra. In realtà si è trattato del picco temporaneo di una guerra in atto da tempo e tornata rapidamente al suo abituale standard di conflitto a bassa intensità e per procura. Un conflitto asimmetrico in cui Tehran potrebbe colpire gli interessi USA anche fuori dal Medio oriente e persino sul suolo americano grazie a una rete di contatti e a un’infrastruttura logistica costruita negli anni.

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Newsletter131219: Trump e il Deep State alla resa dei conti

POLITICA Mentre la procedura di impeachment avviata dalla speaker democratica alla Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, col deposito dei capi d’accusa contro Trump si avvia verso la fase più delicata, PuntoCritico si concentra su un aspetto della politica americana che in questi quattro anni è emerso con particolare evidenza e potrebbe giocare un ruolo importante anche nelle prossime elezioni. Si tratta dell’intervento degli apparati burocratici dello Stato americano nel campo della politica. I materiali che pubblichiamo oggi contribuiscono a sfatare il mito del presidente americano come ‘uomo più potente della Terra’. Lo è, forse, soltanto nei limiti del mandato che gli viene affidato: quelli di rappresentare gli interessi di classe di chi ha in mano le leve del capitalismo americano. Del resto non è un’esclusiva degli Stati Uniti. Anche quando analizziamo la politica italiana è un aspetto che sarebbe bene non trascurare.

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Newsletter011019: Ai giovani USA piace il ‘socialismo’

POLITICA E’ un caso che mentre a Bruxelles si vota una mozione che equipara fascismo e comunismo, in Cina i circoli marxisti nelle università vengano chiusi dalle autorità e negli USA la destra lanci una campagna contro la diffusione delle idee socialiste tra i giovani? Secondo noi no: quando la discussione si sposta dal merito dei temi politici e sociali e si avvicina pericolosamente al campo minato del diritto d’opinione è segno che chi sta al potere percepisce la propria debolezza. Tanto più se ciò accade, come in Cina e negli USA, a seguito di un’ondata di mobilitazioni dei lavoratori e dei giovani. SINDACATO Tra queste mobilitazioni c’è lo sciopero in atto da due settimane dei lavoratori della General Motors, il più grande da 12 anni a questa parte, che verte intorno a questioni salariali, ma anche all’impatto occupazionale della transizione ai modelli elettrici.

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