POLITICA Pare che lo scoglio su cui potrebbe infrangersi il ‘Governo del cambiamento’, al cui travagliato parto assistiamo in questi giorni, sia un anziano professore di economia monetaria, liberale moderato, dagli anni ’60 impegnato ai vertici delle maggiori istituzioni politiche ed economiche del capitalismo italiano. Un caso di estremismo senile? O il sintomo di una crisi in cui anche la critica più moderata si trasforma in una minacciosa spada di Damocle che incombe su Bruxelles incutendo terrore? O ancora un semplice espediente propagandistico per condizionare i passi del futuro esecutivo? AMERICA LATINA Dopo Brasile e Venezuela, anche il Nicaragua è attraversato da un’ondata di manifestazioni popolari, che da un mese scuotono, pur con intensità decrescente il governo di uno dei tanti miti della sinistra mondiale, Daniel Ortega, caudillo
del Fronte Sandinista, contestato un composito fronte formato da studenti, lavoratori, contadini, ma anche industriali, proprietari terrieri e gerarchie ecclesiastiche che negli ultimi diecì anni avevano sostenuto la sua politica di sostegno alle imprese e di apertura al capitale straniero. SINDACATO Secondo il sito americano Jacobin, dopo la stagione di scioperi nella scuola, in estate qualcosa potrebbe muoversi nel settore della logistica, dove la trattativa sul contratto UPS (280mila iscritti al sindacato) e l’insoddisfazione serpeggiante tra i lavoratori per la politica aziendale, ma anche per la condotta del sindacato, potrebbero riservarci delle sorprese. In un settore sempre più centrale per il capitalismo globale, la logistica, notizie di agitazioni arrivano un po’ da tutto il mondo. In Cina nelle ultime settimane ci sono state manifestazioni in diverse città contro i tagli alle paghe annunciati dalla compagnia di Hong Kong Lalamove. Dalla Francia arriva invece la notizia, scontata, che la riforma delle ferrovie promossa dal Governo è stata bocciata dai lavoratori nel corso della consultazione terminata lunedì scorso. Il problema ora è capire quali conseguenze avrà il voto sulla trattativa e sugli scioperi. CULTURA E’ morto a 85 anni, sei anni dopo aver annunciato il suo ritiro dall’attività letteraria, Philip Roth, autore ebreo americano, la cui opera rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione delle contraddizioni e delle inquietudini che hanno attraversato la società americana negli ultimi 50 anni.
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