Newletter300421: Recovery, la strategia del galleggiamento

POLITICA Da Draghi ci si poteva attendere almeno il tentativo di formulare un progetto di modernizzazione capitalistica dell’Italia. Ma il PNRR presentato nei giorni scorsi resta un elenco di slogan e di buone intenzioni, il cui senso in termini sociali è sintetizzato da un grafico: l’onere della crescita economica sarà per il 40% a carico dei fondi europei, per il 40% a carico dei lavoratori e per il 20% a carico delle imprese. Tanto per cambiare. LAVORO Da venti giorni i lavoratori Alitalia lottano per impedire lo smantellamento della compagnia di bandiera, dimostrando coraggio e determinazione e sfidando il sostanziale isolamento in cui la politica e i media li stanno lasciando. Non è un fatto scontato e, se la lotta riesce ad allargarsi, potrebbero esserci delle sorprese.

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Newsletter270421: Amazoniani di tutto il mondo, unitevi!

LAVORO&SINDACATO Dagli USA arriva un’altra riflessione sulla sconfitta del sindacato nello stabilimento Amazon di Bessemer, in Alabama: alle catene globali di fornitura e ai colossi come il gruppo di Bezos si risponde con catene globali di lavoratori che si battono per difendere i propri diritti e sono solidali tra loro. CAPITALISMO&VACCINI L’India sta diventando l‘epicentro della pandemia mondiale. I forni crematori sono sovraccarichi, mentre negli ospedali mancano ossigeno e posti letto. Ma il paradosso più lampante è che il maggior produttore di vaccini al mondo è uno di quelli che ha vaccinato meno e che è costretto a battersi per la sospensione dei brevetti, scontrandosi contro gli Stati occidentali e le lobby del farmaco, compresa l’italiana Farmindustria.

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Newsletter230421: Alitalia, spolpata da chi doveva risanarla

ALITALIA Mercoledì a Roma i dipendenti Alitalia hanno superato a spintoni un cordone di polizia per andare a occupare Piazza Venezia, bloccando il traffico nel centro della Capitale. Sono esasperati e hanno ragione perché non solo rischiano stipendi arretrati e posto di lavoro, ma sono anche additati come colpevoli di una crisi la cui responsabilità pesa piuttosto sulle cordate italiane e straniere che negli anni si sono avvicendate alla guida dell’azienda col beneplacito della politica e hanno usato il denaro pubblico stanziato per salvare Alitalia per spolparla ulteriormente. Come? Vi diamo qualche esempio.  TRASPORTO PUBBLICO L’azienda dei bus torinese GTT ha trovato una strategia geniale per tagliare il costo del lavoro due volte: prima esternalizza alcune linee a un’azienda dove i lavoratori costano meno, ora vuol assorbire questi lavoratori usandoli per abbassare il costo dei propri dipendenti. E i sindacati? Cinque dicono di sì, uno solo si ribella.

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Newsletter200421: La Cina riduce il gap degli armamenti

INTERNAZIONALE Nella crescente tensione internazionale tra potenze globali un fattore cruciale è il livello di sviluppo dell’industria militare cinese. Le cronache hanno dato ampio spazio al caso di Walter Biot, l’ufficiale italiano colto in flagrante mentre passava materiale riservato a un agente russo, mentre ha ignorato la condanna di un agente estone accusato di essere al servizio dei cinesi, che fino al 2020 era vicepresidente di un istituto di ricerca sottomarina della NATO con sede a La Spezia. L’episodio mostra che la modernizzazione tecnologica è uno dei fulcri sui cui Pechino sta puntando per ottenere la parità militare, ma anche che gli effetti della crescente tensione internazionale non risparmiano il nostro paese. LAVORO&COVID Le ultime tabelle pubblicate da Eurostat sull’impatto del covid sull’Europa indicano che nel 2020 la massa salariale in Italia è diminuita del 7,5%, quattro volte la media europea.

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Newsletter160421: Aziende, i “furbetti” della pandemia

LAVORO&COVID A giudicare dalle cronache e dal dibattito politico pare che le vittime quasi esclusive degli effetti economici della pandemia siano le imprese: ristoratori, baristi, ma anche commercianti, squadre di calcio, aziende di trasporto e di costruzioni. Tutti oggi chiedono al Governo di intervenire per garantire loro quei fondi che, se destinati ai lavoratori, chiamano “sussidi”, se invece sono destinati a loro diventano più pudicamente “ristori” o “sostegni”. Una lettura della crisi che fa leva su una parte di verità – certo molte piccole attività sono state danneggiate gravemente – per nasconderne un’altra e cioè che ci sono imprese che grazie alla pandemia hanno fatto affari, anche a costo di mettere i dipendenti in cassa integrazione  pur non avendo perso un euro di fatturato. Nella newsletter di oggi parliamo di aziende che mettono in cassa integrazione i dipendenti e continuano a farli lavorare come se nulla fosse e di un settore economico – la vigilanza privata –  in cui i lavoratori già prima della pandemia guadagnavano 4-5 euro l’ora, ma a cui per rinnovare il contratto scaduto da 5 anni si chiedono altri sacrifici, in nome della crisi.

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Newletter130421: Amazon, negli USA sindacato sconfitto. Perché?

LAVORO&SINDACATO Nelle scorse settimane anche la stampa italiana ha dato un certo risalto alle elezioni nello stabilimento Amazon di Bessemer, “occasione storica” di vedere per la prima volta un magazzino del colosso dell’e-commerce sindacalizzato. Le cose non sono andate così e a poche settimane dallo sciopero di tutti i depositi Amazon in Italia è interessante seguire il dibattito sulle scelte tattiche e strategiche che hanno determinato la sconfitta che si sta sviluppando negli USA. Le sconfitte sono sempre un fatto doloroso ma anche un’occasione di imparare dalle esperienze e anche dagli errori altrui. Per questo abbiamo scelto una voce che invece di concentrarsi sulla lettura autoconsolatoria della sconfitta provocata dalle “scorrettezze” di Amazon, pur innegabili, ha preferito concentrarsi sugli errori di chi ha organizzato la campagna elettorale del sindacato.

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Newsletter090421: Geopolitica dei vaccini

GEOPOLITICA Sui loro giornali i padroni possono permettersi di raccontare quel che succede nel mondo dicendo le cose come stanno. Lo ha fatto lunedì Foreign Affairs dedicando un lungo articolo al “protezionismo alla rovescia”, cioè quella politica commerciale con cui i governi, invece di limitare le importazioni, bloccano le esportazioni (di vaccini). La prestigiosa testata spiega come le potenze economiche stiano utilizzando i vaccini come strumento per affermare i propri interessi globali. Su una sola cosa sono uniti: tenere i paesi emergenti fuori dalla partita. AMBIENTE Un recente rapporto rivela come le 60 maggiori banche del mondo abbiamo continuato a investire massicciamente (3,8 trilioni di dollari tra il 2016 e il 2020) sugli idrocarburi alla faccia degli Accordi di Parigi siglati nel 2015. A ciò si somma la guerra per l’accaparramento delle risorse necessarie alla “transizione ecologica”, a partire dal litio, combattuta senza tener minimamente in conto le conseguenze ambientali e sociali che avrà l’enorme crescita dell’attività estrattiva.

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