POLITICA&STORIA La scomparsa di Michail Gorbačëv ha dato la stura a una lunga serie di prese di posizioni, celebrazioni e prese di distanza, un dibattito svoltosi su un terreno reso “politicamente sensibile” dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni globali sull’energia. Tra i tanti interventi ci ha colpito quello di Slavoj Žižek, intellettuale sloveno di riferimento della sinistra progressista, ma apprezzato, pur in modo controverso, anche da settori della “sinistra radicale”. Nel suo intervento Žižek spiega la fine dell’URSS come effetto dell’ammissione dei suoi “crimini fondanti” da parte di Gorbačëv e tenta di reclutare a sostegno di questa lettura addirittura uno dei protagonisti della Rivoluzione russa, Lev Trotsky. Una manipolazione storica che però offre interessanti spunti di riflessione. GUERRA La Marines Corps Gazette pubblica due articoli sulla prima fase della guerra in Ucraina, riletta alla luce delle teorie dello stratega americano John Boyd. Gli articoli capovolgono la lettura corrente: quella della fallita guerra-lampo per l’annessione dell’intera Ucraina. E offrono spunti di riflessione anche per comprendere la successiva strategia russa.