POLITICA Martedì sera Donald Trump ha annunciato l’uscita degli USA dal trattato sul nucleare iraniano. Si tratta di una notizia attesa, che avrà conseguenze geopolitiche non solo sulle relazioni Iran-USA, ma più in generale sugli equilibri geopolitici globali e che sta già suscitando un ampio dibattito. Come sempre quando si tratta di politica internazionale la stampa italiana, a parte rare eccezioni, è la meno adatta a farsi un’idea di ciò che realmente bolle in pentola. Lo scontro Iran-USA viene presentato come frutto delle ‘paturnie’ del bizzarro presidente degli Stati Uniti. In realtà, come ha commentato Limes, una delle poche voci italiane autorevoli in materia di politica internazionale, si tratta di un mutamento di tattica all’interno di una strategia ormai consolidata da decenni. MOBILITAZIONI Negli ultimi giorni alcune delle mobilitazioni che abbiamo seguito in questi mesi hanno vissuto alcuni passaggi importanti, dalla vertenza ILVA alla lotta dei lavoratori della GTT contro la giunta pentastellata a Torino, per quanto riguarda l’Italia, fino gli scioperi dei ferrovieri francesi e degli insegnanti in un numero crescente di Stati negli USA. In attesa di tornare a occuparci nel dettaglio di ciascuna di queste vertenza, in questo numero abbiamo voluto tracciare una breve panoramica dei più importanti sviluppi, sentendo anche i diretti interessati. SCIENZE Il dibattito internazionale tra i geologi sull’introduzione di una nuova era geologica, l’Antropocene, vede entrare in campo anche la teoria marxiana della produzione e riproduzione del capitale, impiegata come strumento di analisi per analizzare gli effetti dell’attività umana sull’ambiente e la crisi ecologica che affligge il Pianeta. Una conseguenza inevitabile della presenza umana o, in particolare, dell’introduzione del modo di produzione capitalistico? A 200 anni dalla sua nascita il pensiero di Marx rappresenta ancora un efficace strumento di indagine, almeno per una parte della comunità scientifica internazionale.
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