Newsletter280323: L’Europa sciopera, l’Italia chiacchiera

LOTTE Mentre sindacati con una tradizione tutt’altro che massimalista come la TUC britannica, la DGB tedesca e l’intersindacale francese si scontrano coi propri governi e riempiono le piazze, in Italia la CGIL esce dal proprio congresso senza una proposta di mobilitazione all’altezza delle esigenze dei lavoratori italiani né delle lotte dei lavoratori europei. In Germania Ver.di ed EVG con lo sciopero di ieri forzano le regole tedesche, che vietano scioperi generali e politici, suscitando la reazione particolarmente irritata delle imprese. È l’impatto della radicalizzazione d’oltralpe che si fa sentire? In Francia la lotta contro la riforma delle pensioni prosegue, pur non priva di contraddizioni, che un editoriale pubblicato nei giorni scorsi sul sito Contretemps evidenzia, analizzando la strategia dell’intersindacale e quella di Macron. Un punto di vista internazionale e internazionalista sulle mobilitazioni europee di questi mesi e sull’Italia, che altrove difficilmente troverete.

Newsletter240323: Platform worker, la direttiva UE irrita le piattaforme

LAVORO L’UE ha deciso di introdurre qualche regola nella giungla della gig economy – quella, per intenderci, dei servizi come Uber, Deliveroo, Glovo – un settore dell’economia ancora ridotto, ma che si espande rapidamente, scardinando il sistema delle relazioni di lavoro, in particolare mediante l’utilizzo di falso lavoro autonomo, e creando qualche problema alle imprese tradizionali. Dal nostro punto di vista sono milioni di lavoratori, in larga misura giovani, studenti, donne e immigrati, una parte dei quali si è organizzata, a volte aggirando i sindacati tradizionali, più spesso trovando con essi forme di collaborazione, lottando e strappando risultati concreti. FINANZA Un interessante contributo inviatoci da un lettore approfondisce il tema dei meccanismi che determinano le crisi bancarie, della lotta all’inflazione e delle sue conseguenze sul mondo del lavoro dipendente.

Newsletter210323: Crisi bancarie, la ricreazione è finita

ECONOMIA&LAVORO Dopo che la crisi della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse hanno riacceso i timori di una crisi globale del sistema bancario cerchiamo, con Antongiulio Mannoni, bancario e dirigente della CGIL, di districarci nel labirinto della finanza e di capire che cosa sta succedendo, che impatto potrebbe avere la crisi internazionale sull’Italia e che cosa succede nelle banche italiane sia a chi in banca ci lavora sia a chi ci tiene quel poco, sempre meno, che riesce a risparmiare. SINDACATO In Europa non si sciopera solo in Francia: il 15 e il 16 marzo ci sono state ampie mobilitazioni dei lavoratori in Grecia e in Gran Bretagna, dove arrivano risultati concreti: vigili del fuoco e lavoratori della sanità hanno costretto il governo di Rishi Sunak a ritoccare parecchio all’insù le proposte di aumenti salariali fatte prima degli scioperi.

Newsletter170323: Migrazioni, un dibattito tra xenofobia e paternalismo

MIGRAZIONI Il dibattito politico sulla tragedia di Cutro, come sempre strumentale, ha fatto emergere ancora una volta una sterile contrapposizione tra il propagandismo xenofobo della destra e il paternalismo di tanta sinistra. Manca la constatazione che le migrazioni sono un fenomeno vecchio quanto la storia dell’uomo, che il moderno capitalismo amplifica attraverso le crisi ambientali e demografiche che alimenta, ma soprattutto l’idea che gli immigrati, più che vittime da compatire, siano il potenziale protagonista di lotte per cambiare la società. Un’analisi di qualche anno fa, ma non datata, di Antongiulio Mannoni. LAVORO A proposito di immigrati e di lotte, mentre il processo sul “sistema Fincantieri” a Marghera entra nel vivo, abbiamo parlato con Fabio Querin, segretario organizzativo della FIOM di Venezia, che con le sue denunce ha contribuito ad avviare l’inchiesta, di come Fincantieri ormai sia un brand, i cui prodotti sono realizzati da centinaia di piccole ditte d’appalto che operano sul confine della legalità, utilizzando perlopiù lavoratori stranieri, ipersfruttati e sottopagati, che però possono ribellarsi, denunciare gli abusi e anche organizzarsi sindacalmente.

Newsletter140323: FS, Atene val bene una strage?

PRIVATIZZAZIONI Del tremendo incidente ferroviario avvenuto solo due settimane fa in Grecia, 57 morti e 130 feriti, in Italia si parla assai poco. C’entra qualcosa il fatto che Hellenic Train, gestore del servizio ferroviario dal 2017, è di proprietà delle nostre Ferrovie dello Stato, grazie a una serie di passaggi formali che hanno coinvolto almeno quattro governi (Gentiloni, Conte 1 e 2, Draghi)? Ma se, come hanno scritto i giornali, la causa della tragedia sono stati un errore umano e la scarsa sicurezza della rete, ancora in mano allo Stato greco, perché non parlarne? Nelle pagine che seguono troverete una possibile spiegazione, che potremmo riassumere così: un ruolo ambiguo della proprietà italiana e un intreccio di silenzi tra quest’ultima e lo Stato greco, da cui entrambi fino al primo marzo parrebbero aver tratto reciproco vantaggio. E di cui i ferrovieri greci ai primi di febbraio avevano anticipato le conseguenze in un duro comunicato rimasto inascoltato.

PER IL TESTO INTEGRALE DELL’INCHIESTA CLICCA QUI.

Newsletter100323: Bergamo, ricordiamo i fatti

POLITICA Nulla di nuovo. Quando l’intero schieramento politico – destra, sinistra, centro e… né di sinistra né di destra – fa fronte comune per coprire responsabilità condivise, sue e dei poteri che rappresenta, la magistratura occupa la scena. È quanto sta avvenendo oggi attorno all’inchiesta di Bergamo. Un polverone che finirà, presumibilmente, in un lungo e dispendioso nulla di fatto, perché i problemi politici non hanno soluzione giudiziaria. Ma per rispondere a chi oggi scagiona, politicamente, chi all’epoca gestì la situazione in nome del “non potevano sapere” riproponiamo una lunga intervista che pubblicammo in quei giorni, qui e sul sito francese Mediapart, a uno dei pochi che ebbe il coraggio di raccontare la verità e il video di Confindustria #bergamoisrunning. GUERRA A un anno ormai trascorso dall’invasione russa dell’Ucraina la voce di un disertore russo, Kostantin Karitonov (Russian Socialist Movement), raccolta da Mattia Gallo, ci racconta resistenza, pensieri e paure dei russi e contraddizioni del regime putiniano.

Newsletter070323: Licenziamenti high-tech, Car2go taglia uno su tre

LICENZIAMENTI HIGH-TECH Share Now, multinazionale tedesca del car sharing di proprietà del gruppo Stellantis, quasi 500 dipendenti, lo scorso autunno ha annunciato una ristrutturazione lacrime e sangue, che in Italia comporterebbe il licenziamento di 10 dipendenti su 31 della filiale Car2go. In Germania, dove si trova il grosso dei lavoratori, la IG Metall è riuscita a portare la percentuale di esuberi dal 36% al 13%. Qui la partita è tutta aperta. Ne parliamo con Emanuele Avalle, delegato UILTuCS. In generale le web companies sono investite da una valanga di licenziamenti. Simone Robutti, uno dei fondatori di Tech Workers Coalition, ha redatto un breve prontuario su come comportarsi in questi casi, rivolto a chi lavora in aziende come Car2Go, tradizionalmente poco sindacalizzate. Nel frattempo in Francia, mentre i lavoratori gremivano le piazze per protestare contro la sua riforma delle pensioni, Macron insigniva della Legione d’onore Jeff Bezos, fondatore di Amazon, un’azienda che negli USA continua a rendersi protagonista di ritorsioni contro i lavoratori che si organizzando sindacalmente. Quello di Sara Fee è solo l’ultimo caso.

Newsletter030323: ENI “pietra angolare” dell’imperialismo italiano

IMPERIALISMO ENI, l’azienda energetica di Stato, opera all’interno di un intreccio di interessi e di relazioni tra Transizione energetica, Esteri e Difesa, che ne fa una sorta di succursale di quei tre ministeri o forse, vista la qualità dei ministri che in questi anni hanno ricoperto alcuni di quegli incarichi, la sede del vero superministero della politica italiana nel mondo. Alcune riflessioni sul significato delle vicine nomine del CdA da parte del Governo, gli scandali e le accuse di corruzione e di greenwashing, le relazioni pericolose con l’apparato militar-industriale. SOCIETÀ Un recente episodio, che ha visto coinvolto uno dei nostri collaboratori a Torino, fa luce sull’utilizzo politico (e da che pulpiti) dell’accusa di antisemitismo come clava per colpire chiunque critichi non il popolo ebreo ma la politica dello Stato di Israele.

Newsletter280223: Dietro l’intelligenza artificiale lo sfruttamento del lavoro

LAVORO&TECNOLOGIA L’ultimo scorcio del 2022 e il 2023 hanno visto avviarsi la diffusione di massa dei tool a base di intelligenza artificiale. Chat GPT è il chatbot, cioè un software in grado di chattare con gli esseri umani, prodotto da OpenAI col concorso di Microsoft, di cui tutti parlano, ma la concorrenza, Google in testa, si sta attrezzando per contrastarne l’egemonia. Quando si parla di innovazione tecnologica si tende a dimenticare che dietro ogni macchina ci sono degli esseri umani e che spesso si tratta di lavoratori sfruttati. Ce lo ricordano lo studioso e attivista canadese Paris Marx, spazzando via le illusioni, alimentate ad arte dai grandi gruppi del settore high-tech, sulla funzione “democratizzante” della tecnologia (in Italia uno dei miti fondatori del M5S), ma soprattutto un’inchiesta pubblicata a gennaio dal Time, sulle condizioni di lavoro di un gruppo di lavoratori kenioti, costretti a vedere immagini raccapriccianti 9 ore al giorno per due euro l’ora, per addestrare l’IA su cui si basa Chat GPT a filtrare i contenuti “tossici” reperibili in rete.

Newsletter240223: Balcani, la Cina è vicina…

INTERNAZIONALE La rapida penetrazione di capitali cinesi (Balkan Insight ha contato 135 progetti per oltre 32 miliardi di euro) in una regione delicata come i Balcani, tanto più dopo l’invasione russa dell’Ucraina, mette in allarme i governi occidentali. Cinque paesi balcanici sono candidati all’ingresso nell’UE. Il governo Meloni nei suoi primi mesi di mandato si è caratterizzato per un particolare attivismo nella regione. La lettura dei siti specializzati ci permette di anticipare i temi su cui presumibilmente si impernierà lo scontro, qualora esplodesse: le imprese cinesi verranno accusate di devastazione ambientale e sfruttamento dei lavoratori. E il rischio che l’imperialismo europeo tenti di cooptare giovani ambientalisti, lavoratori e persino il sindacato nella sua politica di espansione a est è concreto.

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