Newsletter120422: CIBO&ENERGIA La guerra economica mondiale è già iniziata

ECONOMIA DI GUERRA In Italia per ora se ne parla soltanto, ma nel resto del mondo – dall’Africa al Medio Oriente fino all’America Latina – le conseguenze della “guerra economica mondiale” si fanno sentire: penuria di beni di prima necessità e inflazione scatenano rivolte e scioperi. Nello Sri Lanka e in Perù i governi hanno decretato lo stato di emergenza. Foreign Policy avverte: le tensioni sui prezzi dei generi alimentari da sempre si accompagnano a disordini e instabilità politica e stavolta le conseguenze potrebbero essere ben più aspre di quelle delle primavere arabe di un decennio fa. Nel frattempo in Italia, mentre Draghi chiede di scegliere tra Pace ed energia e il ministro Cingolani a proposito degli aumenti tariffari parla di truffe, scopriamo che le prime a speculare sono le imprese pubbliche. Ne parliamo col presidente dei piccoli azionisti di IREN, la multiutility dei comuni di Genova, Torino, Parma e Reggio Emilia.

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Newsletter080422: Sanzioni, quando il PD rincorreva la Lega

POLITICA Sulle sanzioni alla Russia, così come sulle armi, l’ipocrisia della politica non ha limiti. Un piccolo episodio del 2016 ci mostra come l’odierna intransigenza di Letta sul tema dei rapporti economici con la Russia sia stata preceduta, invece, da una notevole “flessibilità”. ANALISI La guerra è un fenomeno complesso che va studiato in modo rigoroso. Alcuni esempi storici ci ricordano che nei conflitti armati agli aspetti più strettamente politici e militari si mescolano fattori economici e demografici. Parlare in termini semplici di un tema complesso significa, il più delle volte, fare propaganda.

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Newsletter050422: USA, il sindacato entra in Amazon

LAVORO&SINDACATO  A meno di due anni dall’intervista che ci rilasciò, poco dopo il suo licenziamento, annunciando che si sarebbe dedicato alla sindacalizzazione dei lavoratori del centro di distribuzione di Staten Island, New York, Chris Smalls ha realizzato il suo obiettivo: il 55% dei suoi ex colleghi ha votato per l’ingresso del suo sindacato, ALU – Amazon Labor Union, nel magazzino. Oltre a ripubblicare l’intervista di allora in questa newsletter trovate altro materiale utile a comprendere come sia stato ottenere un risultato storico: è la prima volta che il sindacato riesce a entrare in un magazzino americano di Amazon. Intanto si avvicina il secondo referendum nel magazzino di Bessemer, Alabama, dove le autorità hanno accertato che la prima volta l’esito del voto è stato viziato dal comportamento antisindacale dell’azienda.

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Newsletter010422: PuntoCritico pubblica MappiAmazon

LOGISTICA “MappiAmazon. Logistica e strategia, la ‘campagna d’Italia’ di Amazon in una mappa” esce volutamente un anno dopo il primo sciopero della filiera Amazon e vuol essere uno strumento per comprendere la strategia e la natura del gruppo di Jeff Bezos, ma anche per rafforzare l’azione dei lavoratori e del sindacato nei magazzini. L’utilizzo della mappa ci permette di avere una rappresentazione esauriente e in costante aggiornamento della presenza di Amazon in Italia e allo stesso tempo di coglierne la logica di sviluppo strategica, i punti deboli e la capacità di reagire alle iniziative sindacali. ENERGIA La corsa psicotica alla ricerca di nuove fonti di combustibili fossili scatenata dal conflitto in Ucraina investe anche paesi come l’Uganda, da tempo oggetto di sfruttamento da parte di compagnia petrolifere come Total, ormai sempre più spesso insieme ad aziende cinesi. Elena Rusca ha raccolto la denuncia di Nabiruma Dian del Friends of the Earth International e Atuhura Maxwell del CETIM alla 49esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.

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Newsletter290322: Armare Zelenski dopo aver armato Putin

GUERRA&ARMAMENTI Diversamente dall’idea che ci viene veicolata in questi giorni il riarmo italiano non inizierà a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, ma è già iniziato da tempo, così come le scelte dell’industria militare nazionale e dei governi (a cui spetta autorizzare le esportazioni) non sembrano essere mai state influenzate da considerazioni circa il tasso di democrazia degli Stati acquirenti. L’Italia ha venduto mezzi militari alla Russia di Putin persino dopo l’entrata in vigore dell’embargo del 2014, alcuni dei quali sono finiti a milizie sciite in Siria, altro oggi sono sui campi di battaglia dell’Ucraina. Quanto all’embargo europeo, anch’esso si ispira alla vecchia massima latina “pecunia non olet”. Eppure oggi in Italia vi sarebbero le forze per una contestazione di massa della politica del governo e alcuni casi internazionali, nel pieno della pandemia, mostrano che la riconversione dal militare al civile è possibile. Ne parliamo con un ricercatore del SIPRI di Stoccolma e con Gianni Alioti, ex responsabile dell’ufficio internazionale della FIM CISL.  

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Newsletter250322: Zelenski, l’eroe che cancella i contratti di lavoro

QUALE DEMOCRAZIA? L’attuale dibattito sullo scontro tra democrazia e dittatura e sulla “legalità internazionale” visto da due diversi punti di vista, ma con risultati analoghi. Nel primo articolo raccontiamo come alla vigilia della crisi culminata con l’invasione russa il presidente ucraino Zelenski stesse cercando di cancellare i contratti collettivi, liberalizzare i licenziamenti ed emarginare il sindacato, violando accordi e standard internazionali a tutela dei lavoratori. Intanto, protetto dal clamore della guerra in Ucraina, il premier socialista spagnolo Sanchez consegna il Sahara Occidentale al Marocco, violando il mandato di decolonizzare quel territorio conferito alla Spagna dall’ONU. Una flagrante rottura della legalità internazionale ai danni di un popolo da sempre “aggredito”, ma a cui però nessuno fa caso e che oggi si intreccia col tema della competizione per il gas naturale.

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Newsletter220322: Omicron colpisce la Cina (e l’economia globale)

ECONOMIA&PANDEMIA Qualcuno osserva che la guerra in Ucraina è stata più efficace dei vaccini nel “debellare” il covid-19 o almeno nel farlo sparire dalle prime pagine dei giornali attirando l’attenzione su di sé. Ma la pandemia è destinata a tornare presto alla ribalta e con effetti non esclusivamente sanitari. La recente ondata di contagi in Cina sta già colpendo le catene di fornitura globali e facendo lievitare i costi, sommandosi agli effetti negativi della guerra stessa. Il Financial Times spiega che potrebbero registrarsi ritardi dalle tre alle cinque settimane nella consegna di merci via mare e che la nuova ondata di contagi potrebbe tagliare del 5% le entrate delle imprese tecnologiche cinesi. Persino il Global Times, tabloid legato al PCC, pur smentendo che la cosa possa avere effetti a lungo termine, ammette che la chiusura degli impianti che, ad esempio, riforniscono Huawei e Apple sta provocando danni non indifferenti. E nel botta e risposta tra media di Pechino e occidentali sulle prospettive di sviluppo cinesi si riflette uno scontro di interessi che in questi giorni pesa anche sui campi di battaglia ucraini e sui tavoli diplomatici.

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Newsletter180322: Pisa, USB denuncia “Armi mascherate da aiuti umanitari”

GUERRA A Pisa l’Unione Sindacale di Base denuncia: lavoratori dell’aeroporto civile rifiutano di caricare casse di armi spacciate per aiuti umanitari all’Ucraina e convoca una manifestazione sabato – STORIA Un articolo di Antongiulio Mannoni sulla Prima guerra mondiale spiega come un conflitto può riverberarsi sui più diversi aspetti della vita sociale, un tema che oggi torna di grande attualità e lo sarà ancor di più nel clima di riarmo che vivremo nei prossimi anni – LIBRI Guerre ed epidemie: bentornati nella storia! L’audio delle tre relazioni alla presentazione de “Il significato della Seconda guerra mondiale” di E. Mandel, giovedì scorso a Genova.

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Newsletter150322: Perché il movimento pacifista è attaccato dai giornalisti?

GUERRA&PROPAGANDA Le grandi corazzate dell’informazione nazionale attaccano chi solleva dubbi ed esita a indossare la mimetica, più di quanto faccia la politica, a conferma che gli opinion maker stanno colmando gli spazi lasciati dalla debole e inadeguata classe dirigente del capitalismo italiano, così come in altri frangenti della nostra storia hanno fatto i giudici. STORIA Un articolo sulle origini della Prima guerra mondiale prova a far luce sulla natura sistemica delle guerre, sbocco di contraddizioni oggettive latenti nelle nostre società e che travalicano le decisioni individuali. Riflessioni che oggi, nel pieno di una crisi internazionale, assumono un particolare valore. PUNTOCRITICO Giovedì a Genova oltre 100 persone hanno preso parte alla presentazione de “Il significato della Seconda guerra mondiale” di Ernest Mandel e la discussione dai conflitti di ieri si è allargata naturamente alla guerra di oggi.

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Newsletter110322: Chi arma gli ucraini non li aiuta, li usa

GUERRA Giornalisti d’assalto, intellettuali, conduttori e ospiti dei salotti tv: tutti pronti a perorare la causa della linea dura con Putin e dell’invio di armi a Kiev e a gettare su chi non indossa l’elmetto l’ombra del sospetto: colluso col nemico? Un intervento di Marco Veruggio denuncia: inviare armi agli ucraini non significa essere solidali, ma cercare di sfruttarne la resistenza per i propri fini. Da Genova un documento firmato da dirigenti politici, sindacali, dell’associazionismo ricollega l’impegno internazionalista contro la guerra a un episodio di 100 anni fa, l’assalto squadrista alla sede del quotidiano socialista “Il Lavoro”.  SINDACATO In Colombia anche essere iscritti al sindacato negli stabilimenti delle ditte d’appalto di Coca Cola significa essere in guerra, una guerra sociale. Lo denunciano a Elena Rusca i dirigenti di Sinailtrainal, da anni vittime di minacce, assassini, sequestri, spionaggio e persecuzioni.

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