Newsletter080322: UCRAINA La sfida per l’economia globale si tinge di sangue

CAPITALISMO&GUERRA Aldilà dei suoi esecutori materiali la guerra rappresenta l’esplodere di tensioni latenti nella sfida per l’egemonia economica globale, che non sempre la diplomazia non riesce a contenere. Come ci spiega Elena Rusca, traendo spunto da una riunione dell’ONU sulla crisi ucraina, in un’economia in cui tutto è merce e persino le agenzie che si occupano di soccorrere le vittime dei conflitti armati agiscono come “imprese umanitarie”, le ragioni delle guerre sono in larga misura legate all’accaparramento di materie prime e mercati di sbocco per i propri prodotti. E come documenta l’ultima inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalism, The Ericsson List, può capitare che mentre le cancellerie occidentali demonizzano il proprio nemico del momento le loro aziende, al riparo dai riflettori, concludano affari con lui, persino se quel nemico si chiama ISIS.

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Newsletter040322: ROMA Per bloccare lo sfratto interviene l’ONU

CASA Chi gestisce i complessi di edilizia agevolata costruiti nella Capitale coi soldi pubblici e con quali conseguenze per gli inquilini? Il caso di una signora ultraottantenne romana che a febbraio è stata salvata dallo sfratto dall’intervento dell’Alto Commissario dell’ONU ci ha offerto lo spunto per cercare di rispondere a questa domanda. UCRAINA Nel 2019 il governo ha approvato una legislazione del lavoro che viola le regole dell’OIL e della legislazione sociale dell’UE e ha innescato uno scontro col sindacato che ha visto le ultime manifestazioni svolgersi poco che scoppiasse la crisi.  In una breve intervista un sindacalista di Kiev parla della condizione dei lavoratori ucraini in guerra, ma dice anche che il conflitto spazzerà via dall’agenda politica i diritti dei lavoratori.

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Newsletter010322: Le possibili conseguenze della guerra

GUERRA&ARMI UE e Italia invieranno armi all’Ucraina. Come spiega la nota di Piero Acquilino è uno dei tanti effetti di un periodo storico in cui, finita l’era deterrenza nucleare, il tema strategico centrale è diventato come fare la guerra senza che questa si trasformi in conflitto totale, in un mondo in cui le fitte trame di legami economici tra paesi sviluppati rendono sempre più difficile fare la guerra senza innescare una reazione a catena. Le armi sono anche lo strumento attraverso cui il complesso militar-industriale americano maneggia somme colossali di denaro pubblico, nel 2021 quasi 800 miliardi di dollari, quasi metà del PIL italiano, e ne ricavano profitti miliardari e potere. Il business delle armi, tuttavia, ingrassa anche l’industria bellica italiana, come ci racconta il secondo reportage di Elena Rusca dai campi minati del Sahara occidentale.

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Newsletter250222: Ucraina, il mondo del WTO finisce a Kiev

GUERRA Alcune nostre considerazioni iniziali sulla guerra in Ucraina: i protagonisti, chi ne esce bene e chi male, almeno per il momento, la prospettiva e le conseguenze più di lungo termine. Inoltre una lunga analisi, scritta prima dell’invasione, da un analista russo, sulle possibili ripercussioni dell’occupazione sugli assetti interni della Russia, un paese sospeso tra il ricordo della potenza passata e un’economia che non è in grado di offrire agli ucraini sostanziali miglioramenti delle proprie condizioni di vita.

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Newsletter220222: Saharawi, un popolo dimenticato in un limbo silenzioso

SAHARA OCCIDENTALE I Saharawi, gruppo etnico che abita nell’ex colonia spagnola contesa da Marocco e Mauritania, luogo di traffici, ma anche custode di risorse economiche rilevanti, da quasi mezzo secolo vivono tra guerra, miseria e oppressione, nel quasi assoluto silenzio. Dai campi profughi nel sud dell’Algeria Elena Rusca ricostruisce la loro storia e parla dei più recenti sviluppi con Buhubeini Yahya Buhubeini, direttore della Mezzaluna Rossa Saharawi. UCRAINA Per comprendere la situazione ucraina è utile conoscere il contesto economico e sociale in cui si sviluppa lo scontro tra la Russia, il governo di Kiev e i loro alleati. Un articolo dell’economista Michael Roberts ci dipinge un paese che il tasso di diseguaglianza e la crescita del PIL pro capite rendono più simile a uno Stato dell’Africa centrale piuttosto che europeo.

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Newsletter180222: 1992-2022 Realtà e mito di Mani Pulite

POLITICA&GIUSTIZIA Il trentennale di Mani Pulite ha innescato una discussione basata su una lettura astratta di quegli anni, slegata dal contesto politico ed economico internazionale e che si impose già all’epoca, confezione propagandistica della svolta neoliberale impressa dalla borghesia italiana al paese in nome di un’epocale lotta della giustizia contro la corruzione. Una lettura adottata in modo acritico dalla sinistra e di cui a fare le spese sono stati in primo luogo i lavoratori. A fare giustizia in realtà più che i magistrati è stato il tempo, che ha rispedito Antonio Di Pietro a Montenero di Bisaccia, ha sveltato l’inconfessabile intreccio tra magistratura e politica con lo scandalo Palamara e, nei giorni scorsi, ironia della sorte, ci ha mostrato un dinosauro della Prima Repubblica come Giuliano Amato spiegare – a nome dei giudici costituzionali – che i referendum su eutanasia e liberalizzazione delle droghe leggere sono illegittimi a una platea di proponenti e firmatari in larga misura costituita proprio da tifosi della magistratura cresciuti nel mito di Mani Pulite. In questa newsletter riproponiamo un abbozzo di “storia sociale di Tangentopoli”, pubblicato qualche anno fa, ma che ci pare ancora attuale.

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Newsletter150222: Sicurezza sul lavoro, nuovi ispettori assunti senza titoli

LAVORO Venerdì sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il bando per l’assunzione di 1.200 ispettori del lavoro, una decisione attesa a lungo, che dovrebbe ridare slancio alla lotta contro incidenti e morti sul lavoro. Tuttavia per garantire efficacia all’attività ispettiva servirebbero figure dotate di specifiche competenze tecniche, mentre per partecipare al concorso basta una generica laurea anche triennale. Un caso insolito nella Pubblica Amministrazione. Pressapochismo o “sabotaggio”?  SOCIETÀ I confini tra politica, psicologia sociale e guerra sono sempre più labili. Al punto che la Gran Bretagna già da qualche anno ha istituito un ministero della solitudine. Ma visto il massiccio utilizzo della paura in politica gli Stati forse potrebbero dotarsi anche di un ministero della paura. Un intervento di Stefano Rota.

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Newsletter110222: Crisi ucraina e inflazione si abbattono sui redditi più bassi

ECONOMIA&POLITICA Mai come in questo periodo viene a galla con irrefutabile evidenza l’intreccio che unisce politica internazionale e questione sociale. La crisi ucraina rafforza un’impennata dei prezzi dei combustili che sta colpendo i paesi europei, ma, al loro interno, penalizza soprattutto i lavoratori e le fasce sociali a basso reddito, dispiegando, come dimostra una recente analisi del think tank liberale Bruegel, un effetto di redistribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto, che in Italia è particolarmente acuto, quasi sei volte più che in Francia. Ma a chiedere al governo di essere protette dall’inflazione sono soprattutto le aziende.

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Newsletter080222: Salari, un treno da non perdere

LAVORO&ECONOMIA In tutto il mondo crescita economica più rapida del previsto, carenza di manodopera e inflazione spingono i salari all’insù e la questione diventa oggetto di dibattito tra gli economisti. I grandi quotidiani finanziari e i centri studi del capitalismo internazionale esprimono preoccupazione per un trend che nel 2022 potrebbe rafforzare i sindacati e provocare un rimbalzo medio dei salari europei del 3% e nelle maggiori economie il salario minimo viene aumentato (in Germania sarà 12 euro l’ora da ottobre). La logistica da punto di forza si trasforma nel tallone d’Achille del capitalismo globale. In Italia, la peggiore in Europa quanto a dinamica salariale negli ultimi trent’anni, invece di approfittare della congiuntura potenzialmente favorevole il sindacato firma rinnovi contrattuali con aumenti ben al di sotto del 3% e in alcuni settori le trattative languono ma non si sciopera. Ci vedremo sfilare un’occasione propizia sotto il naso restando inerti?

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Newsletter040222: La finanziarizzazione del calcio passa dai bitcoin

CALCIO&ECONOMIA Le società che emettono e fanno affari con le criptovalute hanno scelto il calcio come cavallo di Troia per superare la diffidenza dei risparmiatori e penetrare nelle loro abitudini di spesa. E in club e giocatori hanno trovato interlocutori attenti, pronti a farsi pagare la copertura che forniscono a quel business in termini di immagine con contratti di sponsorizzazione più che generosi. Il che allontana sempre più questo sport dalle sue radici popolari e lo coopta nel mondo virtuale della finanza globale, controllato da un pugno di fondi di investimento, oligarchi e riciclatori di denaro. Anche la Lega di Seria A italiana ad agosto ha annunciato un accordo di collaborazione in ambito tecnologico con Crypto.com, piattaforma di critpovalute di Singapore, che riguarderà, ad esempio, il VAR. INTERNAZIONALE Davvero il nuovo presidente del Cile Boric è il nuovo Allende? Elena Rusca fornisce alcuni elementi in un articolo su Ventuno.news.

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