Newsletter230721: IRAN I lavoratori al centro delle proteste

LOTTE All’indomani delle elezioni che hanno portato alla vittoria del candidato ultraconservatore in Iran la lotta dei lavoratori del settore petrolifero diventa il catalizzatore della protesta sociale, insieme alla “rivolta degli assetati” di questi ultimi giorni. Decenni di politiche neoliberali attuate dal regime hanno arricchito l’élite di governo e impoverito la popolazione, che oggi scende in piazza unendo rivendicazioni economiche e la contestazione tutta politica della Repubblica Islamica. SEGNALAZIONI L’INAIL comunica alla politica che l’86% delle aziende ispezionate l’anno scorso è risultata irregolare (42.000 lavoratori) e anche su questo non solo il ministro del lavoro, ma l’intera politica tacciono.

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Newsletter200721: CUBA Bloqueo, covid e crisi, un mix esplosivo

INTERNAZIONALE Anche a Cuba la pandemia ha accelerato una crisi economica e sociale che deriva dall’intreccio di interventi esterni – il bloqueo l’anno prossimo compie 60 anni e Biden conferma la linea dura di Trump – e scelte del governo che accentuano le contraddizioni interne. Tra chi celebra la “rivolta democratica” e chi invece stigmatizza il “complotto americano” come sempre noi cerchiamo di interpretare quello che avviene nel mondo analizzando i fatti. SINDACATO Un dossier a cura della RSU di Sogei, gioiellino informatico del Ministero dell’Economia, ha accompagnato lo sciopero di venerdì spiegandone le ragioni: 16 mesi di smart working all’Azienda hanno fruttato 9 milioni di euro tra risparmi e recuperi di produttività, ma al sindacato viene negato un accordo per regolamentare un tipo di lavoro che aumenta in modo significativo la pressione sui dipendenti. È possibile risparmiare sul lavoro in questo modo, tanto più in un’azienda pubblica così strategica?

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Newsletter160721: CINA Luci e ombre di un centenario

POLITICA Il centenario del Partito Comunista Cinese visto da occidente ovvero punti di forza e di debolezza del secondo più grande partito del mondo saldamente al timone della seconda potenza economica globale. “Non ci faremo intimidire da alcuna forza straniera” ha proclamato il presidente cinese e segretario generale del PCC Xi Jinping nel suo discorso commemorativo in Piazza Tienanmen il primo luglio. Dietro a queste parole c’è la coscienza di una forza che per l’economista Piketty deriva alla Cina dal possesso di risorse molto superiori ai debiti (inclusa “la proprietà del 30% di tutto ciò che c’è da possedere nel paese”), ma anche la debolezza di un partito che guida la “fabbrica del mondo”, ma resta un’organizzazione in cui il 28% degli oltre 90 milioni di iscritti sono agricoltori, mentre solo il 7% sono operai dell’industria. CALCIO Secondo alcune associazioni di categoria e alcuni studi internazionali la vittoria della nazionale italiana agli europei potrebbe fruttare un aumento del PIL dello 0,7%, per un valore di 12 miliardi di euro. Il che spiega alcuni fatti e polemiche di questi giorni.

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Newsletter130721: Islanda, lavorare di meno senza perdere produttività

LAVORO Si può lavorare meno ore senza perdere produttività o addirittura aumentandola e vivendo meglio? Se lo è chiesto il governo islandese dopo una lunga campagna iniziata dopo il default e portata avanti da uno dei maggiori sindacati del pubblico impiego e da altre organizzazioni. Dopo una sperimentazione durata 4 anni la risposta è stata sì e oggi l’86% dei lavoratori dell’isola lavora 35-36 ore a settimana o ha la possibilità di richiederlo. Ma si tratta di un dato che rientra in un trend più generale. In Europa la Germania è il paese dove si lavora di meno, 26 ore a settimana, e la tendenza è a ridurre l’orario settimanale. SINDACATO L’Italia invece è uno dei paesi dove si lavora di più, 33 ore a settimana, 3 ore sopra la media europea. E nel settore della vigilanza privata, in piena vertenza per il rinnovo del contratto, le imprese italiane chiedono tra l’altro il superamento dell’orario giornaliero e una riduzione dei permessi. Ma i lavoratori, i meno pagati d’Italia, si ribellano e in una lettera indirizzata da decine di delegati sindacali alle proprie segreterie chiedono di agire e di tenerli al corrente della trattativa. “Sennò ci muoviamo da soli” è la minaccia. Ma il sindacato per ora tace.

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Newsletter090721: OIL, crescono le migrazioni in cerca di lavoro

IMMIGRAZIONE Secondo un recente rapporto dell’OIL il fenomeno delle migrazioni per lavoro è in forte crescita e ha come protagonista una forza-lavoro che opera in particolare nei settori meno tutelati del nostro mercato del lavoro e, in particolare, nei servizi. Si tratta di un processo che avrà conseguenze ancor più visibili di oggi nella composizione del mondo del lavoro nei prossimi anni e su cui la sinistra politica e sociale dovrebbe riflettere. LAVORO Sono le stesse dinamiche in atto da tempo in società più marcatamente multirazziali della nostra. In questa newsletter la seconda intervista sul lavoro di organizzazione di Los Deliveristas Unidos tra i rider di New York, dopo quella pubblicata una settimana fa. Un’intervista che chi fa lavoro sindacale in questo settore in Italia farebbe bene a leggere e prendere in seria considerazione.  SEGNALAZIONI E a proposito di rider italiani pochi giorni fa il Tribunale di Bologna ha dichiarato illegittimo il contratto nazionale siglato da UGL e Assodelivery, di cui il principale ispiratore è stato Pietro Ichino. Il Manifesto ricostruisce tutta la vicenda.

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Newsletter060721: INDIA Nella fabbrica mondiale dei vaccini vaccinati il 3,5%

CAPITALISMO Qualche mese fa l’informazione globale dava ampio spazio alla crisi sanitaria indiana, all’impennata di contagi, alla mancanza di ossigeno e dotazioni mediche per combattere la pandemia, ai forni crematori congestionati e ai cadaveri abbandonati in strada. Oggi quell’ondata di contagi è in parte rientrata, ma resta il paradosso di un paese, l’India, che esporta vaccini e persino ossigeno ma non ha vaccini e ossigeno a sufficienza per i propri abitanti. Perché? Semplicemente perché ha deciso di affrontare la pandemia adottando criteri di mercato e nel “libero mercato” le merci non vanno dove c’è bisogno di esse, ma dove ci sono più soldi pronti a fluire nelle tasche di chi le produce, per cui un’impennata della ricchezza si basa su un’impennata della povertà”: la “redditività della miseria”.

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Newsletter020721: NEW YORK Rider, immigrazione, bande giovanili

LAVORO&IMMIGRAZIONE A New York la pandemia ha spinto molti lavoratori rimasti disoccupati nell’ultimo anno a lavorare per le piattaforme di food delivery, in crescita proprio grazie al covid-19. Si tratta in larga parte di immigrati latino-americani, ma anche africani e asiatici. Il processo di sindacalizzazione sui generis avviatosi a ottobre del 2020 ha visto intrecciarsi in modo originale lo spontaneo attivismo di un piccolo gruppo di lavoratori, l’intervento di un’organizzazione che si occupa di assistere e organizzare i lavoratori delle costruzione dei servizi a Brooklin e le peculiari dinamiche interne alle diverse comunità etniche e alle relative bande giovanili presenti in città e alle relazioni, spesso non facili, tra loro. Quel processo embrionale e fragile, che ha portato alla nascita di Los Deliveristas Unidos, tuttavia, è già riuscito a ottenere qualche risultato, primo tra tutti aver fermato, almeno temporaneamente, l’approvazione di una legge voluta dalle piattaforme del settore, che avrebbe di fatto cancellato il diritto di sciopero e di denuncia.

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Newsletter290621: I pasdaràn del libero mercato al governo

POLITICA Il governo nomina un’altra infornata di consulenti economici, tra cui alcuni noti pasdaràn del libero mercato e chi un anno fa celebrava il “modello svedese” senza lockdown e limitazioni per la attività economiche e col suo tragico bilancio di morti. 150 economisti scrivono a Draghi criticando queste nomine e sul Corriere Antonio Polito risponde evocando il fascismo giapponese. CULTURA Ci ha lasciato Arturo Schwarz, editore e collezionista d’arte, militante marxista rivoluzionario, amico di André Breton e unico esponente italiano del movimento surrealista, ebreo sefardita dedicatosi allo studio dell’ebraismo nell’ultima parte della sua vita. Un uomo che ha lasciato il segno sulla storia e la cultura del Novecento, ma tutto sommato poco noto.

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Newsletter250621: Morti bianche, il capitalismo non è Hollywood

LAVORO Il motivo per cui il fenomeno delle morti sul lavoro non accenna a diminuire è che, nonostante tutto, da un punto di vista economico aggirare le regole sulla sicurezza continua a essere conveniente. Il problema quindi non sta in un pugno di imprenditori “mele marce”, ma nella logica interna del nostro sistema economico. POLITICA Il livello record di astensionismo registrato alle elezioni regionali francesi di domenica è l’occasione per riflettere sugli effetti politici di un giornalismo e di una politica che raccontano le elezioni relegando sempre in secondo piano questo fenomeno e concentrandosi sulle percentuali ottenute dai partiti e ignorando i voti assoluti. Se chi non va a votare non conta è naturale che la politica si concentri sulla rincorsa di chi invece continua a votare e però, tendenzialmente, vota i partiti di destra e di estrema destra. ECONOMIA Ad aprile il Consiglio di Stato cinese ha spiegato che le amministrazioni locali che non sono in grado di rimborsare le obbligazioni emesse per finanziarsi dovranno ristrutturare il proprio debito o fare bancarotta. Un segno di fragilità dell’economia cinese, che ha costruito il proprio boom in larga misura sull’indebitamento e che potrebbe innervosire i mercati finanziari. Intanto Moody’s abbassa il rating delle aziende di Stato.

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Newsletter220621: Bentornata lotta di classe!

POLITICA Da a Luana D’Orazio fino ad Adil Belakhdim, passando per il Mottarone: ma non eravamo nel nuovo capitalismo win-win, quello dove non esistono più i padroni e gli imprenditori e i loro collaboratori sono tutti sulla stessa barca? O forse bisognerebbe riprendere in mano una categoria, quella della lotta di classe, per evitare di diventare vittime di un attacco di inusitata violenza ai lavoratori dipendenti, senza neanche aver avuto la possibilità di difenderci? IMMIGRAZIONE A proposito di barche nel Mediterraneo si continua a salire sui barconi, a essere riportati con forza nei campi libici o a rimanere bloccati per settimane sulle navi delle ONG, ostaggio dello scarica barile tra i paesi europei. Un recente libro di una studiosa marxista della Westminster University di Londra, Hannah Cross, ci spiega che non siamo di fronte a un semplice problema umanitario. Anche questa è una “questione di classe”.

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