Newsletter140120: Iran, Iraq, HK, oltre la questione democratica

POLITICA Presentare le tante rivolte in corso nel mondo, a partire da quelle in atto in un Medio Oriente surriscaldato dallo scontro USA-Iran, come semplici ‘mobilitazioni per la democrazia’ è funzionale agli interessi di chi ci spiega che la soluzione è, appunto,  ‘esportare la democrazia’ in quei paesi conservandone le politiche economiche (neoliberali). Ma conviene anche a chi difende dittature e regimi autoritari, talora sedicenti socialisti, in nome della lotta al ‘turbocapitalismo americano’. E’ la geopolitica delle élite, quella per cui i protagonisti sono i potenti di turno e i loro apparati, mentre le classi sociali maggioritarie contano solo quando fanno ciò che a quei potenti torna comodo (vedi la pelosa solidarietà di Trump al popolo iraniano nei giorni scorsi). Di contro manca una geopolitica dei lavoratori, che cioè analizzi i grandi avvenimenti della politica internazionale con gli occhi di quelle classi sociali e sia capace di elaborare in merito un proprio punto di vista e una propria strategia. In assenza di ciò il ripiegamento anche della tradizionale base sociale della sinistra verso il ‘sovranismo’ è inevitabile. In questo numero proviamo ad analizzare l’intreccio tra lotta per la democrazia e questione sociale nelle mobilitazioni che attraversano l’Iran da due anni, in quella di Piazza Tahrir in Iraq e in un recente e inedito processo di sindacalizzazione in atto a Hong Kong.

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Newsletter100120: Marx revival?

ECONOMIA&POLITICA Nella classifica dei best sellers economici di Amazon in Italia l’edizione integrale del Capitale di Karl Marx è al terzo posto, mentre altri due classici come Il Saggio sulla libertà di Stuart Mill e Capitalism and Freedom di Milton Friedman (di cui ricorrono i 40 anni) sono rispettivamente al 26esimo e all’80esimo posto. Un recente volume miscellaneo curato da Marcello Musto, ‘Marx Revival’, ci indica le ragioni del ritorno a un pensiero che appare ancora in grado di affrontare i maggiori problemi del nostro tempo. ECONOMIA Un articolo di Stephen Roach ci spiega come il Quantitative Easing con cui le banche centrali hanno cercato di curare la crisi finanziaria del 2008 ha indebolito l’economia globale e dunque rischia di aver aggravato la malattia invece di curarla e dunque di spingerci verso una nuova recessione nel 2020.

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Newsletter070120: IRAN-USA ‘Scontro tra imperialismi’

MEDIO ORIENTE L’eliminazione del Qassem Soleimani da parte degli USA è solo una mossa elettorale di Donald Trump o il frutto di un calcolo strategico più ampio? E dobbiamo aspettarci ritorsioni tali da spingere il conflitto verso un’escalation o addirittura una guerra aperta? Ne parliamo con Alì Ghaderi, responsabile esteri dei Fedayn del Popolo Iraniano. CILE Mentre proseguono le manifestazioni e la repressione da parte delle forze governative quali scenari si aprono per la crisi cilena? Elena Rusca, giornalista italiana che in questi giorni si trova a Santiago, ne individua uno. CINEMA ‘Sorry we missed you’, l’ultimo film di Ken Loach punta l’obiettivo su uno dei settori strategici dell’economia mondiale, la logistica, posando uno sguardo senza speranza sulle condizioni di chi ci lavora.

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Newsletter201219: Sanders come Corbyn?

SINISTRA Da ambienti della sinistra americana vicini alla campagna di sostegno a Bernie Sanders, candidato socialista alle primarie democratiche, arriva una riflessione interessante sulle recenti elezioni britanniche. E se Sanders, per le stesse ragioni di Corbyn, finisse anch’egli sconfitto? GEOPOLITICA La visita del ministro degli esteri italiano in Libia, avvenuta nel disinteresse della stampa internazionale, conferma l’assenza di strategia del capitalismo italiano, che continua a gestire la Libia come un mero problema di sicurezza degli impianti ENI e di politica interna legato all’immigrazione. SINDACATO La mobilitazione contro la riforma delle pensioni in Francia prosegue e si arricchisce di iniziative inedite. La CGT ha rivendicato i distacchi dell’energia elettrica alle maggiori imprese francesi, alla grande distribuzione e persino ad alcune prefetture. Eppure l’omologa francese della CGIL è tutt’altro che un sindacato rivoluzionario.

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Newsletter171219: Corbyn, le radici di una sconfitta

POLITICA Tra le tante argomentazioni che abbiamo potuto leggere nei giorni scorsi a proposito della sconfitta elettorale dei laburisti in Gran Bretagna ne manca una che a noi invece sembra fondamentale. L’ascesa di Corbyn e la rotta che egli ha impresso alla traiettoria  del Labour, allontanandolo dalla  politica apertamente neoliberale di Tony Blair, è avvenuta in realtà nel momento di massima debolezza del movimento sindacale britannico, che pure era stato tra i massimi sponsor della svolta a sinistra. Una parabola per certi versi non molto dissimile da quella di Syriza in Grecia. DESTRA ‘Zentrum Automobil’ si chiama l’organizzazione sindacale con cui Alternative für Deutschland sta cercando di radicarsi e di conquistare un ruolo nei consigli di fabbrica del settore auto e persino in qualche organo di cogestione industriale. Un problema che la base della IG Metall comincia a percepire con preoccupazione, ma che il gruppo dirigente del sindacato sembra sottovalutare. Una testimonianza da Stoccarda, dove l’anno scorso Zentrum ha ottenuto il 13% dei voti nelle elezioni del consiglio di fabbrica alla Daimler ed eletto 6 delegati.

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Newsletter131219: Trump e il Deep State alla resa dei conti

POLITICA Mentre la procedura di impeachment avviata dalla speaker democratica alla Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, col deposito dei capi d’accusa contro Trump si avvia verso la fase più delicata, PuntoCritico si concentra su un aspetto della politica americana che in questi quattro anni è emerso con particolare evidenza e potrebbe giocare un ruolo importante anche nelle prossime elezioni. Si tratta dell’intervento degli apparati burocratici dello Stato americano nel campo della politica. I materiali che pubblichiamo oggi contribuiscono a sfatare il mito del presidente americano come ‘uomo più potente della Terra’. Lo è, forse, soltanto nei limiti del mandato che gli viene affidato: quelli di rappresentare gli interessi di classe di chi ha in mano le leve del capitalismo americano. Del resto non è un’esclusiva degli Stati Uniti. Anche quando analizziamo la politica italiana è un aspetto che sarebbe bene non trascurare.

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Newsletter101219: Germania, crolla la produzione industriale

ECONOMIA In Germania nei giorni scorsi sono stati diffusi i dati sull’andamento dei principali indicatori economici nel terzo trimestre: la produzione industriale fa registrare un calo dell’1,7%, mentre le esportazioni continuano a crescere, aumentano sensibilmente i lavoratori colpiti dal Kurzarbeit (una sorta di cassa integrazione) e diminuiscono le ore di straordinario. Lo spettro della recessione incombe anche sulla locomotiva tedesca. LOTTE Dopo cinque giorni di sciopero che hanno paralizzato il paese il braccio di ferro tra il governo francese e i sindacati si avvicina a un passaggio decisivo. Nel secondo giorno dello sciopero PuntoCritico ha intervistato Eric Beynel, portavoce di Solidaires, organizzazione parte dell’intersindacale che ha promosso gli scioperi e terzo sindacato tra i ferrovieri francesi protagonisti della lotta. POLITICA A 48 ore dal delicato voto in Gran Bretagna i sondaggi vedono i Tories probabili vincitori sui laburisti. Le anticipazioni e le promesse filtrate in campagna elettorale del resto fanno pensare che per Corbyn una vittoria non farebbe che accrescere le contraddizioni all’interno del Labour e del suo elettorato fino al limite della sostenibilità.

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Newsletter061219: Francia, scontro sulle pensioni

LOTTE Da ieri i lavoratori francesi e le loro organizzazioni sindacali sfidano Emmanuel Macron e il governo francese con un ampio ventaglio di agitazioni che potrebbe prolungarsi a tempo indeterminato. Al centro dello scontro, i cui risvolti per certi versi travalicano i confini nazionali, c’è, come nel 1995, soprattutto la riforma delle pensioni. Di che cosa si tratta? Quali sono i settori interessati e i primi risultati dello sciopero? MERCATO Un’interessante analisi di un ricercatore africano avanza l’idea che gli enormi campi profughi del Kenya siano stati trasformati in enormi laboratori per la sperimentazione di un nuovo ambito di applicazione delle politiche neoliberali: il capitale privato può vendere servizi finanziari e concedere mutui a centinaia di migliaia di rifugiati somali approfittando dei tagli agli aiuti internazionali. Tra i protagonisti: Mastercard, Western Union, alcune ONG e perfino l’UNHCR.

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Newsletter031219: L’Economist e il mondo in subbuglio

POLITICA L’Economist ha pubblicato un editoriale in cui si interroga sulle mobilitazioni in atto nel mondo – dal Cile a Hong Kong, dal Libano all’Algeria – le diverse interpretazioni, analogie e differenze tra i diversi paesi, possibili parallelismi col passato. Quello che non fa la politica, che pure per sua natura dovrebbe essere la prima a interessarsene, lo fa invece un organo del potere economico. La cosiddetta ‘crisi della politica’ ha radici anche in questa sua assenza di pensiero strategico. SCIENZE L’intervento di un noto climatologo tedesco su Der Spiegel spiega come già negli anni ’70 un ricercatore della compagnia petrolifera ExxonMobil avesse ipotizzato l’impatto delle emissioni di CO2 sul clima. L’azienda ha reagito investendo milioni di dollari in campagne di pubbliche relazioni per negare la tesi concepita nei propri laboratori di ricerca. Una strategia, che, in vista delle presidenziali 2020, sembra concentrarsi in particolare sul Partito Democratico.

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Newsletter291119: India, il ‘populismo’ ignorato

POLITICA C’è un premier ‘populista’ che decide da un giorno all’altro di violare apertamente la propria Costituzione occupando militarmente un territorio sotto la propria giurisdizione e aizzando la propria base contro la minoranza religiosa musulmana. Si chiama Narendra Modi ed è il primo ministro indiano. Eppure, quando si evoca l’ascesa della destra nazionalista nel mondo, nessuno parla dell’India. ECONOMIA Che cos’è il MES, come funziona ed è davvero un fondo ‘salva-Stati’? In questa newsletter vi spieghiamo i contenuti di una riforma il cui testo è definitivo ormai da giugno e che da gennaio passerà al vaglio dei parlamenti nazionali per il voto di ratifica. Se l’opinione pubblica non è stata informata la responsabilità non è di Giuseppe Conte, ma della maggioranza giallo-verde e dell’opposizione, che hanno tenuto la discussione in sordina per un anno e mezzo.

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