Newsletter030818: CARIGE, da predatrice a preda

ECONOMIA La vicenda di CARIGE, la Cassa di Risparmio di Genova, un tempo centro di potere e polmone finanziario importante in Liguria e non solo, oggi vittima predestinata di una futura aggregazione, a seguito degli scandali che hanno investito il ‘padre padrone’ Giovani Berneschi e la sua gestione, è l’ennesimo caso di una finanza di provincia che per decenni è stata un fattore chiave nella politica locale, ma dalla crisi di quella politica è stata travolta. A farne le spese sono in primis i lavoratori, che stanno perdendo rapidamente i benefici di cui godevano fino a qualche anno fa, e i piccoli risparmiatori, che si vedono ridurre i servizi e aumentare le spese, ma soprattutto hanno perso la fiducia che era un ingrediente fondamentale nel rapporto con le banche del territorio. TRASPORTI Il ministro Toninelli ha rimosso i vertici ‘renziani’ di FS sostituendoli con due manager interni, ma con modalità che hanno poco di innovativo rispetto al passato. E ora l’interrogativo è quale strategia segnerà l’azione del Governo e del nuovo gruppo dirigente che sarà chiamato a realizzare gli obiettivi della maggioranza giallo-verde. SCIENZE Un gruppo di scienziati la settimana scorsa ha annunciato la scoperta di una nuova figura geometrica, lo scutoide, ricavato dall’analisi strutturale delle cellule epiteliali e in grado di spiegarne la flessibilità e le resistenza alle sollecitazioni a cui sono sottoposte durante la crescita dei tessuti. Una scoperta che, come altre volte in passato, nei prossimi anni potrebbe acquisire una portata molto più vasta di quanto non sia possibile intravvedere oggi.

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Newsletter310718: Trump sfratta il sindacato federale

SINDACATO Negli Stati Uniti Trump va allo scontro coi sindacati dei dipendenti delle agenzie dell’Amministrazione federale. In ballo ci sono le regole sui licenziamenti, ma anche la contrattazione collettiva e la stessa agibilità del sindacato all’interno degli uffici. Una situazione che – secondo Labor Notes – ricorda lo scontro tra Reagan e i controllori di volo negli anni ’80. La notizia da una parte infrange l’immaginetta del Presidente che firma i dazi sull’acciaio circondato dagli operai, dall’altra però pone un problema ai critici italiani di Trump: qualche mese fa tv, giornali, social traboccavano indignazione per gli incontri clandestini del leader USA con una pornostar, oggi il suo Governo sfratta i sindacati dagli uffici pubblici e tutti tacciono? POLITICA/MEDIA Che cos’è Byoblu, il videoblog di Claudio Messora, da cui provengono il candidato alla presidenza della RAI Foa, ma anche Bagnai, Rinaldi, Borghi e gran parte della nuova generazione di dirigenti proiettati ai vertici della Lega dalla ‘rivoluzione’ salviniana? Una riflessione su un’abile operazione politico-editoriale inseritasi anche nel vuoto lasciato dall’informazione di sinistra. E su cui la sinistra dovrebbe fare un pensiero per il futuro. LAVORO Dall’India una vicenda che fa luce sulla condizione dei pourakarmikas, i lavoratori che raccolgono i rifiuti urbani per conto  di ditte d’appalto che fanno capo però ad aziende municipali. Una storia in cui modernissime tecnologie biometriche si intrecciano con uno sfruttamento del lavoro e discriminazioni di casta da medioevo.

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Newsletter279718: Grecia, i roghi dell’austerity

POLITICA Mentre ancora si contano le vittime dei roghi scoppiati nei giorni scorsi attorno ad Atene  emergono le prime testimonianze sui ritardi e le inefficienze della macchina dei soccorsi. E c’è poco da stupirsi, visto che i tagli alla spesa pubblica realizzati dai governi greci negli ultimi dieci anni su indicazione di Bruxelles e degli organismi economici internazionali hanno spinto anche il sistema di protezione civile sull’orlo del collasso, come veniva denunciato ogni anno dagli stessi agenti del servizio antincendio. Mentre i governi di tutta Europa esprimono solidarietà la morale sembra essere ‘il rigore di bilancio val bene 100 morti’. E non si tratta di una piaga che affligge la sola Grecia. In tutta Europa le misure di austerity hanno tolto risorse ai servizi di protezione dell’ambiente mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini, come denunciano i sindacati europei del pubblico impiego e quelli del servizio antincendio britannico dopo la tragedia della Greenfell Tower. SCIENZA La scoperta di un lago sotterraneo su Marte, a conferma dell’esistenza di acqua allo stato liquido sul pianeta rosso, ha avuto vasta eco, sia perché ottenuta da un gruppo di scienziati italiani, sia perché si colloca nel contesto di un rilancio della sfida spaziale di cui Marte è uno degli obiettivi. Una sfida che oggi non è più confinata a USA e Russia come negli anni della Guerra Fredda, ma vede tra i protagonisti le potenze economiche emergenti e addirittura alcune aziende private.

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Newsletter240718: decreto dignità, tanto rumore per nulla

POLITICA L’aspra discussione intorno alle ripercussioni negative del cosiddetto decreto dignità sull’occupazione è basata sul nulla. Lo stesso Boeri alla Camera ha ammesso che l’INPS non ha strumenti certi per prevedere gli effetti di misure di quel genere prima della loro entrata a regime. E tuttavia lo scontro su questo tema rappresenta un gioco delle parti da cui ciascuno dei protagonisti ricava un utile: Di Maio avalla l’idea che il decreto sia un superamento del Jobs Act, il PD può gridare all’estremismo del Governo. Fino al punto di bocciare un altro articolo del decreto che nella scorsa legislatura lui stesso aveva proposto, quello riguardante l’aumento degli indennizzi in caso di licenziamento senza giusta causa. ECONOMIA Il ‘Forum BCE’, riunitosi in Portogallo dal 26 giugno ha espresso preoccupazione per una dinamica dei salari che non riesce a tenere il passo con l’inflazione, in cui dunque la ripresa economica non produce un miglioramento generale delle condizioni di vita. Sono le conseguenze della ‘cura tedesca’: in molti paesi cioè la disoccupazione diminuisce attraverso la creazione di lavoro sottopagato. Perciò nei prossimi anni la questione salariale occuperà un posto centrale. SINISTRA Il politologo Galli della Loggia sul Corriere della Sera ha lanciato un monito rivolgendosi alle élites, responsabili di anni di subalternità all’europeismo neoliberale e di demonizzazione dell’idea di nazione che hanno aperto la strada al nazionalismo becero di Salvini. L’editoriale riflette uno scontro nella classe dirigente di cui una sinistra priva di autonomia riproduce al proprio interno le linee di frattura, in parte andando a traino dei CinqueStelle, in parte invece riproponendo per l’ennesima volta un’alleanza, pur già in passato rivelatasi autolesionistica, con la ‘parte progressista dell’establishment’.

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Newsletter200718: Macron batte sindacati 1 a 0?

FRANCIA Che esito hanno avuto gli scioperi dei ferrovieri iniziati ai primi di aprile e più in generale il bracco di ferro tra Macron e i sindacati francesi? A giudicare dalla cronaca a vincere almeno il primo tempo è il presidente francese. CGT e SUD Rail proseguono la mobilitazione, abbandonati dagli altri sindacati, ma soprattutto dai lavoratori, la cui adesione si è ridotta drasticamente col passare dei mesi. Un qualche effetto sembra averlo anche l’alleanza che il sindacato ha siglato col MEDEF (la confindustria francese) per trattare col Governo alcune partite più generali, dalle pensioni al sussidio di disoccupazione, che Macron vuole ‘riformare’ a fondo. MONDO La crescita del fondamentalismo salafita e più in generale di quello che comunemente si definisce ‘estremismo politico’ è dovuto a un’adesione ideologica di massa, magari semplicemente ‘di pancia’? Oppure come, suggerisce Barbara F. Walter su Foreign Policy, si tratta di una scelta pragmatica e dunque reversibile? La Walter analizza il fenomeno come un gioco strategico, cercando di chiarire le motivazioni razionali per cui settori ‘moderati’ si schierano a favore di posizioni radicali. ITALIA Secondo alcune stime sono circa un milione i lavoratori (prevalentemente pubblici) che da mesi si vedono respingere i ticket di Qui!Group forniti loro dalle aziende per cui lavorano. Ma solo oggi viene fuori che già dal 2016 BankItalia aveva bloccato l’emissione di carte di credito prepagate a beneficio dell’azienda genovese. Una vicenda che va oltre la singola azienda, implica responsabilità più ampie e suona come un campanello d’allarme rispetto all’espandersi di un fenomeno, quello del cosiddetto welfare aziendale, da cui già ad aprile avevamo messo in guardia.

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DAZI Cosa fa il sindacato?

SINDACATO La guerra commerciale che ormai tutti danno per dichiarata tra USA e resto del mondo è oggetto di interventi da parte di tutti tranne uno dei soggetti che dovrebbe essere maggiormente interessato: il sindacato. A rischio infatti ci sono decine di migliaia di posti di lavoro. Il sindacato ha un orientamento, certo, ma non si vede. Andando a scavare emerge che la posizione di IndustriALL, la confederazione globale dei sindacati, più che un ‘no ai dazi’ è un ‘no ai dazi di Trump’. Per i maggiori sindacati di settore del mondo la crisi dell’acciaio si risolve con una pressione congiunta sindacati-imprese sulla politica al fine di ottenere misure antidumping, di fatto anch’esse dei dazi, contro la Cina, mentre a Trump si rimprovera che le misure americane più che Pechino colpiscono gli altri produttori, dal Canada alla Russia, dall’Europa alla Turchia. ECONOMIA Il 2018 dovrebbe essere l’anno del sorpasso dell’economia indiana sulla Cina, mentre un tweet del Ministro per l’Elettronica e l’IT indiano annuncia che la produzione di cellulari in India è aumentata di 60 volte negli ultimi 4 anni. Dietro questi dati però si nasconde un paese in cui i giovani, maggioranza della popolazione, affrontano un mercato del lavoro dove il 47% degli occupati lavora nella cosiddetta ‘economia informale’. Lo denuncia un movimento giovanile contro la disoccupazione sviluppatosi nel Karnataka, lo Stato dove sorge la ‘Silicon Valley indiana’ di Bangalore. Una situazione che andrebbe indagata con maggiore attenzione per capirne i possibili sviluppi futuri. SPORT In Italia arriva Cristiano Ronaldo, un evento sportivo con conseguenze importanti anche sul piano economico. Il giocatore infatti per il capitalismo italiano è un nuovo importante asset, che, secondo uno studio di Forbes del 2017, vale quasi un miliardo di dollari solo in termini di entrate pubblicitarie tramite i social.

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Newsletter100718: ILVA, si riapre la partita?

ILVA Questa settimana è successo qualcosa che potrebbe far tornare alla casella di partenza, proprio come nel gioco dell’oca, la complessa procedura per la vendita del gruppo siderurgico al primo produttore di acciaio nel mondo, l’indiana ArcelorMittal. Il governatore pugliese Emiliano martedì ha inviato al Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio una lettera in cui lo invita a fare luce sulle ‘zone d’ombra’ presenti nella procedura di aggiudicazione, eventualmente rivolgendosi all’ANAC, cosa che Di Maio ha fatto il giorno dopo. Ma tutto sembra partire da un’intervista rilasciata meno di un mese da Lucia Morselli, ex numero uno di AcciaItalia, la cordata italiana sconfitta da Mittal, ad Affari e Finanza, che un anno dopo evidenziava le incongruenze dell’iter seguito dal governo precedente. Un’intervista che è sembrata un assists sia a Emiliano sia a Di Maio. PUGLIA ENERGETICA C’è un altro punto di vista da cui è possibile analizzare la vicenda ILVA, che riguardala politica energetica nazionale, le sue implicazioni geopolitiche nel Mediterraneo e la posizione che la Puglia si trova a occupare in questo risiko politico-economico. Una posizione che aiuta anche a capire perché Emiliano sia in grado da Bari di giocare un ruolo politico nazionale. Dietro storie come queste, attorno a cui ruotano investimenti e disegni geopolitici da capogiro, dietro ai protagonisti politici (o presunti tali) di queste vicende si muovano interessi che i media di solito non raccontano. PuntoCritico prova a raccontarli e a comprenderli, ponendosi nei panni di lavoratori e comuni cittadini che, senza un proprio punto di vista autonomo, di quegli interessi rischiano di diventare massa di manovra inconsapevole.

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Newsletter100718: Tailandia, il salvataggio un test per i militari

CRONACA Al caso dei giovani calciatori tailandesi rimasti imprigionati in una grotta insieme al loro allenatore si intreccia una partita tutta politica. Per la giunta militare che dal 2014 governa il paese e che da un anno continua a rimandare le elezioni promesse per ristabilire la normalità, le operazioni di soccorso sono un’occasione per cercare di salvare un’immagine compromessa da quella questione e dagli scandali. E allo stesso tempo una cartina di tornasole dello scontro tra èlites urbane e masse rurali che caratterizza il paese. POLITICA Dagli Stati Uniti arriva la proposta politica shock di Dambisa Moyo con cui un settore della borghesia liberale pensa di mettersi al riparo dal ripetersi di eventi come l’elezione di Trump e la Brexit: subordinare il diritto di voto al superamento di un esame da parte degli elettori. Un’idea che svela allo stesso tempo paure profonde della classe dirigente per la crisi della democrazia rappresentativa nel mondo, ma anche la sua incapacità di rispondere a tale crisi in termini politici. L’introduzione di nuove restrizioni al diritto di voto, dopo la generalizzazione del sistema maggioritario con sbarramento a partire dai primi anni ’90,  può far paura al mondo del lavoro se si pensa che le elezioni siano il terreno principe su cui contrastare le politiche di compressione salariale e riduzione dei diritti sindacali in atto a partire da quegli stessi anni. Ma davvero è cosi? ECONOMIA In realtà il terreno dello scontro nella società e in particolare nel mondo del lavoro appare sempre più l’unica arma efficace. Tanto più che, come argomenta un saggio che ci arriva dal sindacalismo americano più combattivo, nonostante l’avanzata delle imprese e lo smantellamento progressivo delle garanzie a tutela del lavoro, l’economia del just-in-time globale, pur di risparmiare sui costi di produzione, ha aperto una serie di falle in cui l’iniziativa sindacale può incunearsi ottenendo risultati importanti. Una riflessione strategica sul sindacalismo del terzo millennio.

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Newsletter060718: Messico, LO nuovo profeta della sinistra?

MESSICO Ogni volta che da qualche parte nel mondo la sinistra vince un’elezione qualcuno pensa che da lì parta una riscossa da cui anche la disastrata sinistra italiana trarrà beneficio. E puntualmente prende una facciata – da Lula a Tsipras i casi ormai non si contano –, ma ricomincia alla volta successiva. Questa volta il potenziale modello è Lòpez Obrador, eletto nuovo presidente del Messico domenica scorsa. Un terremoto che è figlio del collasso politico del paese, legato a sua volta alle contradizioni economiche. Per capire meglio di che cosa si tratti abbiamo ripercorso la carriera politica di Lòpez Obrador e ne abbiamo analizzato programmi, parole d’ordine e giudizi degli avversari. POLITICA L’avvento dei cosiddetti populisti al governo dell’Italia e la singolare (ma non troppo) alleanza tra Salvini e Di Maio sono la causa di una forte polarizzazione del dibattito politico, ma anche l’occasione per chiedersi se, aldilà del tifo da stadio, non vi siano criteri oggettivi per stabilire almeno la natura sociale di un governo come base per un giudizio politico più generale. Un compito diventato più difficile, visto il presunto superamento delle tradizionali categorie con cui eravamo abituati a classificare i governi e le forze politiche che li compongono. AUSTRIA Un altro governo tacciato di ‘populismo’, quello di Vienna, qualche giorno fa è riuscito a risvegliare la sonnolenta confederazione sindacale austriaca e a far scendere in piazza più di 100mila persone contro la legge che porterebbe l’orario di lavoro da 10 a 12 ore al giorno e da 50 a 60 ore a settimana. Il ‘Partito della Libertà’, portato alla ribalta qualche anno fa da Jorg Haider e arrivato al governo di recente grazie a un cospicuo voto operaio, ora si trova ad affrontare le proprie contraddizioni.

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Newsletter030718: Difesa, il governo del continuamento

GOVERNO Nella sua prima intervista, rilasciata a un sito di affari militari americano, la neoministra della Difesa Elisabetta Trenta conferma punto per punto gli impegni internazionali dell’Italia, compreso l’acquisto degli otto nuovi F-35 ordinati da Gentiloni prima di lasciare palazzo Chigi. Le invettive di Alessandro Di Battista, che un anno fa invitava a ‘prendere a calci in culo chi aveva portato l’Italia in questo programma’ sembrano lontane anni luce. RUSSIA Un libro appena pubblicato da Manifestolibri, La sfida di Putin, ci aiuta ad analizzare la società russa, con la sua contraddittoria eredità storica, che ha fatto da sfondo all’ascesa dell’ex agente del KGB al potere, e la parabola di quest’ultimo. Ne parliamo con Yurij Colombo, l’autore del saggio. AFRICA Una nuova guerra insanguina l’Africa, ma per ora in Italia non ne parla nessuno. Eppure si tratta di un conflitto che potrebbe innescare nuovi flussi di profughi e l’Italia non è del tutto estranea a ciò che sta avvenendo. Abbiamo ricostruito lo scontro di interessi economici e geopolitici che sta dietro alla crisi anglofona in Camerun, un conflitto che vede da una parte l’autoproclamata repubblica Indipendente di Ambazonia e dall’altra il governo centrale di Paul Biya. Negli ultimi due anni il governo Gentiloni ha cercato di inserire l’Italia nella frattura apertasi tra la Francia di Macron e il padre padrone del Camerun, senza indulgere a eccessive riflessioni su democrazia e diritti umani. Un capitolo della geopolitica africana coltivata nell’ombra dal nostro paese che potrebbe venire a galla se la situazione nel paese africano continuerà a precipitare.

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