Newsletter260319: FridaysForFuture, già spaccati?

AMBIENTE Nei giorni scorsi abbiamo scoperto che già prima della manifestazione del 15 marzo gli studenti in lotta contro i mutamenti climatici (o forse è più corretto dire i loro rappresentanti) in Italia si erano spaccati. Dietro una vicenda abbastanza singolare, che ricostruiamo nei particolari, emerge un dato politico: la conferma che la mobilitazione è qualcosa di più complesso di un fenomeno totalmente spontaneo o di un complotto ordito da un pugno di manipolatori occulti. E allo stesso tempo che lo scontro esploso in Italia appare il frutto di un corto circuito tra i diversi livelli organizzativi e i differenti interessi presenti al suo interno. POLITICA In Algeria la situazione non si è normalizzata dopo il rientro di Bouteflika e il ritiro della sua candidatura (ma anche il rinvio delle elezioni). All’orizzonte la possibile liquefazione del blocco sociale che sosteneva il vecchio presidente, di cui l’esercito, la centrale sindacale UGTA e l’associazione degli imprenditori algerini e l’associazione dei veterani della guerra di indipendenza sono i pilastri. Ma le prime crepe segnano anche la coalizione politica che lo aveva sostenuto e lo stesso Front de Libération National. SINDACATO ArcelorMittal il colosso indiano della siderurgia che da pochi mesi gestisce l’ILVA è alle prese con un’altra dura lotta sindacale. Dopo l’Ucraina questa volta a scioperare sono i lavoratori dei sei impianti sudafricani, dove il NUMSA, il sindacato nazionale dei metalmeccanici, contesta l’abuso di lavoro precario e le basse paghe dei dipendenti in affitto.

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Newsletter120319: la Primavera algerina?

POLITICA L’Algeria che era stata ‘risparmiata’ dalla Primavera Araba nel 2011 oggi potrebbe essere trascinata nel vortice di una ‘Primavera a scoppio ritardato’ dall’uomo che all’epoca aveva usato il pugno duro alle prime avvisaglie di pericolo. L’82enne presidente Abdelaziz Bouteflika annuncia di volersi candidare per la quinta volta ed è questo il motivo occasionale per cui decine di migliaia di persone scendono in piazza. Ma dietro le quinte, come sempre, ci sono conflitti di potere interni e internazionali. Una cronaca dei fatti e un’analisi delle loro cause. 8 MARZO La scelta fatta dal movimento femminista tre anni fa di adottare lo sciopero come arma per rivendicare l’uguaglianza di genere nella giornata internazionale della donna ha suscitato discussioni tra chi pensa che si tratti di un uso soltanto ‘simbolico’ e in qualche modo ‘improprio’ di uno strumento tradizionalmente sindacale e chi lo vede come un modo per superare le barriere tra il lavoro produttivo svolto dalle donne in azienda e quello riproduttivo svolto in famiglia. Una panoramica sui risultati e le modalità con cui lo sciopero si è svolto nel mondo ci aiuta a capire come le diverse organizzazioni sindacali hanno affrontato la questione nei diversi paesi, anche tenendo conto delle diverse condizioni concrete.

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