POLITICA Si è aperto domenica il ventesimo congresso del partito Comunista Cinese, un avvenimento che, assai più di cinque anni fa, potrebbe avere un impatto decisivo sul futuro anche nostro, in un quadro internazionale reso più intricato dalla guerra in Ucraina, dagli strascichi della pandemia e da una recessione incombente. Dopo alcune valutazioni generali sul significato del Congresso e sul ruolo di Xi Jinping in questa newsletter ci occupiamo dei pur deboli segnali di malcontento emersi nella società cinese e in alcuni settori dello stesso PCC per la progressiva concentrazione di potere nella mani di un sol uomo e l’imposizione brutale della strategia Zero Covid. Infine un lungo articolo storico ricapitola l’ascesa al potere del Partito Comunista in Cina e individua nelle contraddizioni latenti di quel processo le radici di alcune delle difficoltà odierne.
Cina
Newsletter310522: Dl Concorrenza, ci mancava solo la “regionalizzazione” dell’energia
ECONOMIA Sarà per merito delle brillanti prove delle sanità regionali in questi due anni o forse perché la guerra in Ucraina ha evidenziato quanto sia strategico il settore energetico che il governo ha deciso di varare la “regionalizzazione delle centrali idroelettriche”. Ora Zaia potrà decidere di dare le centrali venete in concessione ai cinesi e soprattutto i governatori potranno farsi ciascuno la propria politica energetica. Mentre i tg si concentrano sugli stabilimenti balneari. È la razionalità del mercato, no? LAVORO Variante omicron, crisi energetica e congestione delle supply chain globali colpiscono la Cina; Pechino adotta misure sanitarie draconiane e la stampa occidentale ne denuncia gli effetti. Sensibilità umanitaria? No, in realtà vuole colpire la strategia “covid zero”, che danneggia le imprese europee e americane. Neanche una parola, invece, su milioni di lavoratori esposti al virus, a ritmi di lavoro inumani, a incidenti e morti sul lavoro e, non ultimo, alla cavillosa burocrazia cinese. In questa newsletter una panoramica sull’impatto della crisi nei diversi settori e un lungo approfondimento sui conducenti dei camion cinesi, fondamentali per caricare e scaricare i container da e per i mercati europei e americani.
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Newsletter220322: Omicron colpisce la Cina (e l’economia globale)
ECONOMIA&PANDEMIA Qualcuno osserva che la guerra in Ucraina è stata più efficace dei vaccini nel “debellare” il covid-19 o almeno nel farlo sparire dalle prime pagine dei giornali attirando l’attenzione su di sé. Ma la pandemia è destinata a tornare presto alla ribalta e con effetti non esclusivamente sanitari. La recente ondata di contagi in Cina sta già colpendo le catene di fornitura globali e facendo lievitare i costi, sommandosi agli effetti negativi della guerra stessa. Il Financial Times spiega che potrebbero registrarsi ritardi dalle tre alle cinque settimane nella consegna di merci via mare e che la nuova ondata di contagi potrebbe tagliare del 5% le entrate delle imprese tecnologiche cinesi. Persino il Global Times, tabloid legato al PCC, pur smentendo che la cosa possa avere effetti a lungo termine, ammette che la chiusura degli impianti che, ad esempio, riforniscono Huawei e Apple sta provocando danni non indifferenti. E nel botta e risposta tra media di Pechino e occidentali sulle prospettive di sviluppo cinesi si riflette uno scontro di interessi che in questi giorni pesa anche sui campi di battaglia ucraini e sui tavoli diplomatici.
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Newsletter250122: L’ “impero del dollaro” visto da Pechino
ECONOMIA&GUERRA A vent’anni di distanza da “Guerra senza limiti” esce la traduzione de “L’arco dell’impero” di Qiao Liang, generale dell’aviazione cinese, che ne costituisce l’ideale prosecuzione. Il tema è l’utilizzo della dollarizzazione dell’economia globale e delle “guerre finanziarie” da parte degli Stati Uniti per esercitare un dominio imperiale sul mondo e rafforzare la propria economia. Dalla lettura emergono tracce di un dibattito interno all’élite cinese. Pechino deve sostituire all’egemonia monetaria del dollaro quella dello yen o deve rispondere al controllo dei capitali con la logistica? CINEMA E a proposito di guerre finanziarie Amazon Prime Video ha reso disponibile “Default”, un bel film coreano del 2018 che racconta la crisi economica in Corea del sud nel 1997 e il negoziato col FMI, versione orientale dell’hollywoodiano The Big Short.
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Newsletter051021: Da Berlino a Evergrande grandi manovre sulla casa
CASA&FINANZA Da Berlino a Shenzen la speculazione finanziaria sulla casa è protagonista. L’accordo tra due colossi immobiliari svedesi per la cessione di 28.000 appartamenti, 3.000 nella capitale tedesca, suggerisce che i grandi gruppi del settore non siano troppo preoccupati per l’esito del referendum berlinese del 26 settembre, che ha dato indicazione di espropriare chi possiede più di 3.000 appartamenti e tornare alla gestione pubblica. Intanto in Cina scoppia il caso Evergrande, il colosso immobiliare privato sovraindebitato, sintomo della bolla finanziaria e immobiliare che pesa sull’economia cinese e che Xi Jinping potrebbe sfruttare per imprimerle un parziale cambio di rotta e al contempo rafforzarsi politicamente. SALARIO MINIMO Bruno Manganaro, dirigente della CGIL genovese polemizza col governatore Toti, ma manda anche un segnale al sindacato: “Il salario minimo – è la sua tesi – non indebolisce ma rafforza la contrattazione collettiva”.
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Newsletter160721: CINA Luci e ombre di un centenario
POLITICA Il centenario del Partito Comunista Cinese visto da occidente ovvero punti di forza e di debolezza del secondo più grande partito del mondo saldamente al timone della seconda potenza economica globale. “Non ci faremo intimidire da alcuna forza straniera” ha proclamato il presidente cinese e segretario generale del PCC Xi Jinping nel suo discorso commemorativo in Piazza Tienanmen il primo luglio. Dietro a queste parole c’è la coscienza di una forza che per l’economista Piketty deriva alla Cina dal possesso di risorse molto superiori ai debiti (inclusa “la proprietà del 30% di tutto ciò che c’è da possedere nel paese”), ma anche la debolezza di un partito che guida la “fabbrica del mondo”, ma resta un’organizzazione in cui il 28% degli oltre 90 milioni di iscritti sono agricoltori, mentre solo il 7% sono operai dell’industria. CALCIO Secondo alcune associazioni di categoria e alcuni studi internazionali la vittoria della nazionale italiana agli europei potrebbe fruttare un aumento del PIL dello 0,7%, per un valore di 12 miliardi di euro. Il che spiega alcuni fatti e polemiche di questi giorni.
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Newsletter250621: Morti bianche, il capitalismo non è Hollywood
LAVORO Il motivo per cui il fenomeno delle morti sul lavoro non accenna a diminuire è che, nonostante tutto, da un punto di vista economico aggirare le regole sulla sicurezza continua a essere conveniente. Il problema quindi non sta in un pugno di imprenditori “mele marce”, ma nella logica interna del nostro sistema economico. POLITICA Il livello record di astensionismo registrato alle elezioni regionali francesi di domenica è l’occasione per riflettere sugli effetti politici di un giornalismo e di una politica che raccontano le elezioni relegando sempre in secondo piano questo fenomeno e concentrandosi sulle percentuali ottenute dai partiti e ignorando i voti assoluti. Se chi non va a votare non conta è naturale che la politica si concentri sulla rincorsa di chi invece continua a votare e però, tendenzialmente, vota i partiti di destra e di estrema destra. ECONOMIA Ad aprile il Consiglio di Stato cinese ha spiegato che le amministrazioni locali che non sono in grado di rimborsare le obbligazioni emesse per finanziarsi dovranno ristrutturare il proprio debito o fare bancarotta. Un segno di fragilità dell’economia cinese, che ha costruito il proprio boom in larga misura sull’indebitamento e che potrebbe innervosire i mercati finanziari. Intanto Moody’s abbassa il rating delle aziende di Stato.
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Newsletter250521: La guerra dei chip
ECONOMIA&TECNOLOGIA Da mesi l’economia mondiale si scontra con la carenza di semiconduttori e di microprocessori, componenti presenti ormai nei più comuni dispositivi elettronici, di cui la pandemia ha fatto impennare la domanda. Questa crisi, che rischia di ripercuotersi sulle prospettive di ripresa economica postpandemica, assume anche un carattere politico e strategico nell’ambito delle crescenti tensioni tra USA e Cina. L’Europa e l’Italia, in questo quadro, appaiono ancora una volta il classico “vaso di coccio tra i vasi di ferro”. LAVORO&TECNOLOGIA L’economia dei microchip continua a funzionare grazie al lavoro umano. Negli anni ’90 una parte della sinistra aveva teorizzato l’avvento del postfordismo, cioè che le nuove tecnologie avrebbero segnato l’affermazione del “lavoro immateriale” prefigurando una sorta di superamento liberatorio della divisione del lavoro e della catena di montaggio. Amazon, col suo taylorismo digitale, ha dimostrato il contrario, ma qualcuno lo aveva capito già all’epoca.
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Newsletter200421: La Cina riduce il gap degli armamenti
INTERNAZIONALE Nella crescente tensione internazionale tra potenze globali un fattore cruciale è il livello di sviluppo dell’industria militare cinese. Le cronache hanno dato ampio spazio al caso di Walter Biot, l’ufficiale italiano colto in flagrante mentre passava materiale riservato a un agente russo, mentre ha ignorato la condanna di un agente estone accusato di essere al servizio dei cinesi, che fino al 2020 era vicepresidente di un istituto di ricerca sottomarina della NATO con sede a La Spezia. L’episodio mostra che la modernizzazione tecnologica è uno dei fulcri sui cui Pechino sta puntando per ottenere la parità militare, ma anche che gli effetti della crescente tensione internazionale non risparmiano il nostro paese. LAVORO&COVID Le ultime tabelle pubblicate da Eurostat sull’impatto del covid sull’Europa indicano che nel 2020 la massa salariale in Italia è diminuita del 7,5%, quattro volte la media europea.
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Newsletter190321: Geopolitica dei vaccini
COVID&GEOPOLITICA Un lungo articolo pubblicato la scorsa settimana da Foreign Affairs analizza la “diplomazia dei vaccini” con cui Pechino sta cercando di ampliare la propria influenza nel mondo, a partire dai paesi coinvolti nel grande piano infrastrutturale della Via della Seta, e così facendo rischia anche di entrare in rotta di collisione con l’India, primo produttore di vaccini al mondo e protagonista ignorata della gara vaccinale. E’ significativo che una chiave di lettura (geo)politica sia stata adottata anche da alcune autorevoli voci del capitalismo italiano (ad esempio sul Corriere) per spiegare lo scontro in atto sul vaccino AstraZeneca. La conferma che sia effettivamente così richiede delle prove, che al momento nessuno sembra essere in grado di fornire, ma questi interventi rivelano un aspetto della questione assai sottovalutato: la competizione sui vaccini può diventare un fattore centrale negli assetti di potere globali e per gli USA costituisce una potenziale occasione di far pesare la sua residua supremazia in alcuni settori ad alta tecnologia.
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