TURCHIA Nei giorni scorsi i nostri media hanno parlato delle elezioni in Turchia presentando il capo dell’opposizione Kilicdaroglu, un uomo che propone di cacciare i profughi siriani e afgani e di negare loro una casa, come un mite 74enne in lotta per la democrazia. SUDAN Escono ulteriori conferme su quanto avevamo scritto due settimane fa: l’Italia dal 2016 fornisce armi e addestramento a una delle milizie che stanno mettendo a ferro e fuoco il paese (i janjaweed – diavoli a cavallo – noti per le brutalità compiute in Darfur), aiuti ufficialmente concessi per “combattere l’immigrazione clandestina” col beneplacito di Bruxelles. Lo conferma in un video il comandante, che ringrazia. A fare il tifo per lo sfidante di Erdogan e a tacere delle responsabilità italiane in Sudan non sono i partiti “sovranisti” e i loro giornali di area, ma l’intero circuito politico-mediatico dell’imperialismo italiano, nelle sue versioni di centrosinistra e di centrodestra.
Erdogan
Newsletter221019: Erdogan, vittoria a metà
GEOPOLITICA Chi ha vinto e chi no in Siria? E’ la domanda che si pongono analisti italiani e stranieri dopo i recenti accordi diplomatici a seguito dell’offensiva delle milizie filo-turche contro la Siria nord-orientale. Un interrogativo che trova risposte interessanti ma tutte rinchiuse in un’angusta narrazione i cui protagonisti sono solo cancellerie, stati maggiori e consigli d’amministrazione. Tuttavia a mettere in crisi Erdogan più che le sanzioni e le minacce della diplomazia potrebbero essere lo sgretolamento della sua autorità e le contraddizioni sociali in patria. ECONOMIA L’ipocrisia europea sulla questione curda è esemplificata dall’atteggiamento del premier Conte, che in pochi giorni è passato dal ‘basta armi alla Turchia’ a ‘bloccare le armi non serve’. Esiste un complesso militar-industriale italiano? E quanto ha pesato su questa ‘correzione’ di rotta? POLITICA Rapido capovolgimento di fronte anche sull’ILVA, col secondo passo indietro della politica italiana sullo ‘scudo legale’ ad ArcelorMittal. Ancora una volta la politica, invece di risolvere i problemi sociali, addebita alla società i costi delle proprie contraddizioni interne.
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Newsletter151019: e ora tutti coi curdi…
GEOPOLITICA La recente ondata di solidarietà al popolo curdo espressa, almeno a parole, da governi e media di tutto il mondo dopo l’aggressione da parte delle truppe di Erdogan è l’ennesima dimostrazione che le classi dirigenti delle grandi potenze si ricordano delle vittime solo quando fa loro comodo. Una breve ricostruzione della loro storia del resto mostra come i curdi siano stati sempre vittime delle ingerenze straniere e del cinismo dei propri dirigenti. ECONOMIA Alla base dell’attuale rivolta contro il governo di Lenin Moreno in Ecuador c’è l’ennesima azione di massacro sociale del FMI, intervenuto per trasferire i debiti delle grandi imprese che operano nel paese sulle fasce più povere della società ecuadoregna. Un dramma le cui radici però affondano già nelle politiche del governo di Rafael Correa. L’eredità del ‘Socialismo del XXI secolo’ va in frantumi. LIBERO MERCATO California: oltre 2 milioni di persone da una settimana sono senza energia elettrica. Il gestore privato, i cui impianti sono stati giudicati responsabili dei tremendi roghi del 2017 e del 2018 – questi ultimi hanno causato 86 morti – ha deciso di affrontare la stagione dei venti e degli incendi staccando la corrente alla California del nord per ‘motivi precauzionali’. Intanto anche in Italia decolla il ‘mercato libero’ dell’energia.
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Newsletter040918: Governo, il banco di prova è il DEF
ITALIA Ci siamo. Con la discussione sulla legge di bilancio, dopo tante chiacchiere per il ‘governo del cambiamento’ è giunto il momento di dare dei fatti concreti a chi il 4 marzo ha scommesso sul ‘populismo’ per cercare di ottenere risposte ai problemi che riguardano la propria sopravvivenza quotidiana. Nonostante il successo mediatico delle sparate di Salvini contro presunte ‘invasioni’ da parte di qualche centinaio di disgraziati a bordo di gommoni scalcagnati, la questione sociale si rivelerà, ancora una volta, decisiva. Anche la vicenda ILVA, che in questi giorni è ancora al centro delle discussioni e riguarda il futuro di 20mila operai, rientra in questo ambito. D’altra parte le contraddizioni di questo governo non fanno che rispecchiare la debolezza di un capitalismo italiano in stato confusionale. ESTERI Il ritorno a una guerra dispiegata in Libia e la crisi valutaria in Turchia non sono avvenimenti slegati, ciascuno confinato nel proprio ambito, la geopolitica nel primo caso e la finanza nel secondo. Perché su una cosa ha ragione Erdogan e cioè che la tempesta che si sta abbattendo sul suo paese è anche (ma non solo) espressione di una guerra economica con cui l’Occidente e i mercati cercano di punire un (ex) alleato passato dalla parte del nemico. E tuttavia in Libia i ‘nemici dell’Occidente’ come appunto Erdogan e Putin hanno buon gioco a inserirsi in uno scontro fratricida interno alla NATO e all’UE. Uno scontro in cui l’Italia si avvia manzonianamente a fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro.
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Newsletter290618: Turchia, opposizione più forte, economia più debole
POLITICA Recep Tayyp Erdogan pone un suggello definitivo alla sua autorità di uomo forte per una Turchia che aspira a giocare un ruolo in Medio Oriente e nell’Islam sunnita distanziandosi dalla tradizionale militanza filo-occidentale nella NATO. Così la stampa italiana ha interpretato il voto di domenica, che effettivamente consegna al raìss e ai suoi alleati ultranazionalisti la maggioranza del Parlamento e fa di Erdogan il presidente della Turchia in un regime stavolta presidenzialista, a seguito del referendum dell’anno scorso. Ma leggendo tra le righe si scopre una situazione meno rosea di quanto potrebbe sembrare e in cui covano i germi di una possibile instabilità futura. ECONOMIA I risultati di un recente rapporto pubblicato da una delle più note società di consulenza aziendale americane getta una nuova luce sul futuro del capitalismo globale. Secondo Korn Ferry nel 2030 l’economia mondiale, con la sola eccezione dell’India, dovrà scontare un deficit di forza-lavoro qualificata che potrebbe bruciare 8500 miliardi di dollari di produzione potenziale, ma anche, influire sui rapporto di forza economici nel mondo e all’interno delle nostre società. CULTURA 115 anni fa nasceva George Orwell, un autore ricordato per alcuni suoi romanzi ‘politici’, tra tutti 1984 e La fattoria degli animali, ma di cui rimane ai più sconosciuta la militanza politica vera e propria, in particolare contro il fascismo e la repressione staliniana, di cui quelle opere rappresentano un riflesso letterario.
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Newsletter060218: Erdogan promette il ‘paradiso’ alle imprese italiane
POLITICA Il presidente turco Erdogan ieri era in visita a Roma, non soltanto per incontrare Papa Francesco e Gentiloni. La cena di ieri sera col Gotha dell’imprenditoria italiana è stata un momento non secondario, in cui ai convenuti si è parlato delle opportunità di investire in un paese in dove – come spiega il sindacalista turco Feyyaz Metin – il diritto di sciopero è di fatto abolito in nome della sicurezza nazionale. Un momento forse considerato troppo imbarazzante per dargli troppo risalto. Così come i media hanno tralasciato di dire che una fetta consistente dei futuri affari tra Italia e Turchia sarà nel campo della difesa, cioè delle armi, che oggi Erdogan usa contro i curdi in Siria, suscitando proteste come quelle andate in scena ieri a Castel Sant’Angelo.. ECONOMIA La polemica sul braccialetto ai dipendenti Amazon, una boutade elettorale (come riconoscono gli stessi dipendenti di Amazon) ripropone tuttavia un tema degno di analisi: le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale (e più in generale delle nuove tecnologie) per ridurre il costo del lavoro. Un tema su cui pare manchi una riflessione della sinistra, in tutte le sue forme più o meno fantasiose, ma soprattutto nel sindacato. ILVA A quasi un anno da quando AM Investco (ArcelorMittal+Marcegalia) si è aggiudicato il maggiore gruppo della siderurgia italiana come procedono le trattative su occupazione e contratti? Quali sono le prospettive per i lavoratori? Come giudicare le posizioni espresse dalla politica in campagna elettorale? Ne parliamo con un sindacalista della FIOM impegnato ai tavoli romani.
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