LAVORO&SINDACATO “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!”: per noi questa celeberrima esortazione di Marx ed Engels a un movimento politico e sindacale dei lavoratori ancora in formazione non è solamente ancora attuale, lo è, semmai, più di allora per il grado di mondializzazione dell’economia a cui siamo giunti 170 anni dopo. In questa newsletter parliamo della sindacalizzazione dei lavoratori di Starbucks in Nordamerica, perché la rapida espansione di questa azienda in Italia e la crescita del personale (quasi 700 addetti entro il 2023) pone la sinistra e il sindacato di fronte a inevitabili riflessioni su come intervenire in un settore al centro dell’offensiva delle imprese – ristorazione e pubblici esercizi – con le immancabili menate sui giovani che non vogliono lavorare (ora ci si è messo pure Claudio Amendola). E traduciamo in italiano la lettera di Reza Shahabi, sindacalista degli autoferrotranvieri di Tehran in carcere, ai sindacalisti che in questi giorni sono a Ginevra per la Conferenza annuale dell’OIL, perché pensiamo che farla circolare, in particolare nel sindacato, sia il “minimo sindacale”, proprio in tutti i sensi, per dimostrare solidarietà a chi da anni combatte contro il regime iraniano, ma viene ignorato, perché per le esigenze degli imperialismi occidentali è preferibile dipingere la lotta del popolo iraniano semplicemente come una lotta delle donne e dei giovani per i diritti democratici.
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Newsletter221122: IRAN La solidarietà pelosa dell’imperialismo italiano
INTERNAZIONALISMO OGGI E IERI Internazionalismo è una parola che oggi sembra destinata a essere travolta o dalla retorica del sovranismo più becero o dal nazionalismo delle élites “per bene”. Essere internazionalisti vuol dire analizzare i conflitti suddividendo l’umanità non in base al passaporto ma alla condizione sociale, perché da sempre le vittime di quei conflitti, da una parte e dall’altra della barricata, sono soprattutto le classi sociali che tradizionalmente vengono immolate in nome di nobili ideali sull’altare di interessi che di nobile non hanno nulla. Oggi di fronte alla rivolta popolare in Iran l’imperialismo italiano dietro la bandiera della libertà per le donne iraniane coltiva i propri interessi. E il miglior contributo che possiamo dare alla coraggiosa lotta dei lavoratori, degli studenti e delle donne iraniane è denunciare i piani di chi pensa di sfruttare il loro sacrificio a proprio uso e consumo. Nella seconda parte della newsletter Piero Acquilino rievoca un caso di internazionalismo tratto dal passato: “Arbeiter und Soldat”, il bollettino pubblicato clandestinamente da lavoratori francesi e soldati tedeschi durante l’occupazione nazista della Francia.