Newsletter130320: Da Taiwan all’Iran, lezioni del virus

POLITICA&VIRUS Oggi ci occupiamo dell’epidemia di COVID-19 da un punto di vista inedito. Perché, soprattutto quando ci troviamo dinanzi a fenomeni globali, per capire cosa succede a casa propria è utile guardare cosa succede fuori e come paesi diversi reagiscono alla stessa sollecitazione, in questo caso il virus. In questa newsletter ci concentriamo su due paesi molto diversi tra loro, Taiwan e l’Iran. La prima, che per la vicinanza con la Cina continentale si presumeva sarebbe stata uno dei paesi più colpiti, finora ha avuto una sola vittima e alcune decine di contagiati (una quindicina guariti). Lo deve a un piano di emergenza elaborato dopo l’epidemia di SARS nel 2003 e basato sulla ricerca dei potenziali contagiati tramite l’incrocio di big data e banche dati pubbliche e l’uso di nuove tecnologie geolocalizzazione e codici QR, senza chiudere i confini né istituire zone rosse. L’Iran al contrario ha seguito la strada intrapresa inizialmente dalla Cina continentale, quella di occultare la verità, salvo poi non essere in grado di emulare la terapia d’urto praticata da Pechino in un secondo tempo. Oggi l’epidemia sta diventando un catalizzatore delle esplosive contraddizioni interne al paese e allo stesso regime.

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Newsletter240120: India, modernizzazione bloccata

ECONOMIA Dietro i grandi numeri fatti registrare negli anni passati l’India si sta dimostrando incapace di marciare speditamente verso una modernizzazione della propria economia e della propria struttura sociale eccezionalmente contraddittoria. Il ritmo crescita dell’occupazione, in particolare nel settore avanzato della produzione, mette in dubbio l’idea diffusa che nei prossimi anni il paese sia in grado di sfidare la Cina. La sua collocazione fa sì che questa fragilità rivesta un significato rilevante anche sul piano geopolitico. GEOPOLITICA L’accelerazione dello scontro Iran-USA tra dicembre e gennaio è stata interpretata da alcuni come la possibile scintilla di una guerra. In realtà si è trattato del picco temporaneo di una guerra in atto da tempo e tornata rapidamente al suo abituale standard di conflitto a bassa intensità e per procura. Un conflitto asimmetrico in cui Tehran potrebbe colpire gli interessi USA anche fuori dal Medio oriente e persino sul suolo americano grazie a una rete di contatti e a un’infrastruttura logistica costruita negli anni.

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Newsletter140120: Iran, Iraq, HK, oltre la questione democratica

POLITICA Presentare le tante rivolte in corso nel mondo, a partire da quelle in atto in un Medio Oriente surriscaldato dallo scontro USA-Iran, come semplici ‘mobilitazioni per la democrazia’ è funzionale agli interessi di chi ci spiega che la soluzione è, appunto,  ‘esportare la democrazia’ in quei paesi conservandone le politiche economiche (neoliberali). Ma conviene anche a chi difende dittature e regimi autoritari, talora sedicenti socialisti, in nome della lotta al ‘turbocapitalismo americano’. E’ la geopolitica delle élite, quella per cui i protagonisti sono i potenti di turno e i loro apparati, mentre le classi sociali maggioritarie contano solo quando fanno ciò che a quei potenti torna comodo (vedi la pelosa solidarietà di Trump al popolo iraniano nei giorni scorsi). Di contro manca una geopolitica dei lavoratori, che cioè analizzi i grandi avvenimenti della politica internazionale con gli occhi di quelle classi sociali e sia capace di elaborare in merito un proprio punto di vista e una propria strategia. In assenza di ciò il ripiegamento anche della tradizionale base sociale della sinistra verso il ‘sovranismo’ è inevitabile. In questo numero proviamo ad analizzare l’intreccio tra lotta per la democrazia e questione sociale nelle mobilitazioni che attraversano l’Iran da due anni, in quella di Piazza Tahrir in Iraq e in un recente e inedito processo di sindacalizzazione in atto a Hong Kong.

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Newsletter070120: IRAN-USA ‘Scontro tra imperialismi’

MEDIO ORIENTE L’eliminazione del Qassem Soleimani da parte degli USA è solo una mossa elettorale di Donald Trump o il frutto di un calcolo strategico più ampio? E dobbiamo aspettarci ritorsioni tali da spingere il conflitto verso un’escalation o addirittura una guerra aperta? Ne parliamo con Alì Ghaderi, responsabile esteri dei Fedayn del Popolo Iraniano. CILE Mentre proseguono le manifestazioni e la repressione da parte delle forze governative quali scenari si aprono per la crisi cilena? Elena Rusca, giornalista italiana che in questi giorni si trova a Santiago, ne individua uno. CINEMA ‘Sorry we missed you’, l’ultimo film di Ken Loach punta l’obiettivo su uno dei settori strategici dell’economia mondiale, la logistica, posando uno sguardo senza speranza sulle condizioni di chi ci lavora.

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Newsletter230719: UE Burocrazia dai piedi d’argilla

EUROPA Le cronache da Bruxelles, con l’elezione di misura della nuova presidentessa della Commissione Europea e l’avvio della trattiva sui 28 commissari (e da noi le immancabili polemiche nel Governo), è l’occasione per cercare di capire un po’ più nel dettaglio come funziona l’UE. Secondo una regola aurea il numero degli organismi e delle regole di un’organizzazione è inversamente proporzionale alla fiducia reciproca tra i suoi membri. Se applichiamo questa regola all’UE potremmo concluderne che i primi ‘euroscettici’ sono stati gli stessi artefici dei trattati europei. Ma è un paradosso che si inscrive perfettamente nella natura contraddittoria dell’Unione. GEOPOLITICA Lo scontro diplomatico e militare tra Gran Bretagna e Iran rivela le flagranti contraddizioni dello schieramento occidentale, in cui USA, Europa, Gran Bretagna e Spagna giocano ciascuna la propria partita, fino al paradosso che Londra, alla vigilia della Brexit, apre un caso diplomatico per difendere le sanzioni di Bruxelles alla Siria.

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Newsletter250619: ALGERIA ‘Aiutateci isolando i fondamentalisti’

Nella lunga intervista che abbiamo fatto a Marieme Helie Lucas, sociologa algerina e intellettuale femminista politicamente attiva già negli anni della lotta di liberazione nazionale, analizziamo il filo che congiunge l’ALGERIA di quel periodo e dei primi anni dell’indipendenza all’attuale situazione politica. Con lei affrontiamo anche il tema di un possibile ritorno del fondamentalismo islamico alla ribalta in quel paese, 30 anni dopo l’ascesa salafita culminata nel sanguinoso conflitto degli anni ’90. Marieme ammonisce la sinistra europea a scegliere bene i propri interlocutori nell’opposizione algerina. Un codismo acritico nei confronti di qualsiasi ‘mobilitazione di popolo’ infatti è speculare a quello adottato da chi invece si accoda ai conflitti di civiltà contro l’Islam. Nella seconda parte della newsletter di oggi lo SCONTRO USA-IRAN, uno scontro in cui emergono contraddizioni e divisioni all’interno della stessa borghesia americana, in parte desiderosa di concentrare le forze contro il vero pericolo – la potenza economica cinese – e in parte incapace di liberarsi dei vecchi coinvolgimenti in Medio Oriente.

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Newsletter250119: I lavoratori iraniani sfidano il Regime

DIRITTI Nelle ultime settimane la repressione contro sindacalisti e lavoratori in Iran diventa un caso nazionale e il coraggio di un sindacalista dello zuccherificio di Haft Tapeh e di una giovane attivista intervenuta a sostegno degli scioperi in quello stabilimento, entrambe arrestati e torturati, crea nervosismo e intimorisce il Regime. Il grado di debolezza di quest’ultimo sarà uno dei fattori chiave nel determinare la reazione di Tehran alla sfida lanciatale nei giorni scorsi da Israele in Siria. I lavoratori iraniani dunque costituiscono un fattore geopolitico. GEOPOLITICA Attorno all’Iran si gioca una buona parte della ‘nuova politica estera’ dell’amministrazione Trump, ma anche delle relazioni atlantiche e della stessa politica estera italiana, con un governo all’interno del quale Lega e M5S esprimono orientamenti confliggenti. Lo sdoganamento del TAP, ad esempio, sembra essere legato a una partita che riguarda gli interessi delle imprese italiane in Iran. LOTTE Dopo l’ondata di scioperi degli insegnanti che ha attraversato gli Stati americani governati dai Repubblicani, oggi a mobilitarsi per strappare un buon rinnovo contrattuale, ma anche per evitare la privatizzazione della scuola pubblica, sono i lavoratori del Distretto Scolastico di Los Angeles, nella democraticissima California. E vincono. RICORRENZE Successo di pubblico a Roma alla proiezione di Rosa L., con la presenza di Margarethe Von Trotta, per ricordare la figura della Luxemburg a 100 anni dal suo brutale assassinio. Anche se…

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Newsletter201118: gilet gialli: chi sono, cosa vogliono?

MOVIMENTI A infliggere un nuovo colpo al presidente francese Emmanuel Macron, precipitato al 25% dei consensi in meno di un anno e mezzo dalla sua incoronazione a golden boy della politica europea, sono arrivati i ‘gilet gialli’, una sorta di versione francese del movimento dei ‘forconi’ che nel 2011 imperversò in Italia per qualche mese. Chi sono? Che cosa rappresentano in termini sociali? Ma soprattutto che dibattito sta suscitando un movimento così proteiforme e difficile da etichettare? GIUSTIZIA La legge presentata dal Ministro della Giustizia Bonafede e battezzata pomposamente ‘spazza-corrotti’ è il riflesso di una serie di illusioni che albergano non solo tra i Cinque Stelle, ma anche in quella sinistra, che alla lotta di classe ha sostituito quella contro i ‘disonesti’ costruendo il mito di una magistratura al di sopra delle parti. Un mito di cui alla fine si avvantaggia la destra, in Italia come in Brasile. INTERNAZIONALE Lo scontro geopolitico con l’America di Trump non è il solo problema per la Repubblica Islamica dell’Iran, la cui stabilità è messa a rischio soprattutto dall’emergere di contraddizioni e tensioni sociali che spesso sfociano in un’aperta contestazione del Regime. Ne parliamo con Alì Ghaderi, dirigente dei Fedayn del Popolo iraniani. AMBIENTE Secondo un rapporto pubblicato recentemente da un istituto di ricerca americano nel 2050 nel mondo 4,5 miliardi di impianti domestici di aria condizionata consumeranno il 16% della produzione energetica facendo aumentare la temperatura del pianeta di circa mezzo grado centigrado. Il maggior contributo a questa crescita arriverà da paesi emergenti come India, Brasile e Messico.

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