INTERNAZIONALISMO Una lettera firmata da due sindacalisti dei tranvieri di Tehran detenuti nel carcere di Evin, Reza Shahabi e Davood Razavi, ai delegati alla Conferenza internazionale dell’OIL ricorda le persecuzioni di cui sono vittima i lavoratori iraniani e non solo loro. Da due anni Cecile Kohler, segretaria del sindacato degli insegnanti di una della maggiori confederazioni sindacali francesi, Force Ouvrière, è detenuta insieme al compagno Jacques Paris nello stesso carcere, arrestata mentre era in vacanza in Iran, il primo maggio 2022, con l’accusa di aver incontrato alcuni esponenti dei sindacati indipendenti, tra cui gli stessi Shahabi e Razavi, e di aver fomentato disordini prendendo parte ad alcune manifestazioni degli insegnanti iraniani. Eppure l’OIL continua a invitare alla sua conferenza come rappresentanti dei lavoratori iraniani i delegati inviati dallo stesso regime che detiene nelle sue carceri Shahabi, Razavi, Kohler e Paris, accomunati dalla propria condizione di proletari e vittime sacrificali nello scontro tra le classi dominanti dei propri paesi.
Reza Shahabi
Newsletter130623: Starbucks Italia e la lezione sindacale americana
LAVORO&SINDACATO “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!”: per noi questa celeberrima esortazione di Marx ed Engels a un movimento politico e sindacale dei lavoratori ancora in formazione non è solamente ancora attuale, lo è, semmai, più di allora per il grado di mondializzazione dell’economia a cui siamo giunti 170 anni dopo. In questa newsletter parliamo della sindacalizzazione dei lavoratori di Starbucks in Nordamerica, perché la rapida espansione di questa azienda in Italia e la crescita del personale (quasi 700 addetti entro il 2023) pone la sinistra e il sindacato di fronte a inevitabili riflessioni su come intervenire in un settore al centro dell’offensiva delle imprese – ristorazione e pubblici esercizi – con le immancabili menate sui giovani che non vogliono lavorare (ora ci si è messo pure Claudio Amendola). E traduciamo in italiano la lettera di Reza Shahabi, sindacalista degli autoferrotranvieri di Tehran in carcere, ai sindacalisti che in questi giorni sono a Ginevra per la Conferenza annuale dell’OIL, perché pensiamo che farla circolare, in particolare nel sindacato, sia il “minimo sindacale”, proprio in tutti i sensi, per dimostrare solidarietà a chi da anni combatte contro il regime iraniano, ma viene ignorato, perché per le esigenze degli imperialismi occidentali è preferibile dipingere la lotta del popolo iraniano semplicemente come una lotta delle donne e dei giovani per i diritti democratici.