Newsletter090719: Salvini e la rana di Fedro

POLITICA Era partito lancia in resta all’assalto del ‘complotto immigrazionista’, pronto a fermare l’invasione di ‘falsi profughi’ africani e invece si ritrova ridotto a fare i dispetti alle ONG e a subire lo smacco di una giovane e ‘sbruffoncella’ capitana, per giunta tedesca, che si fa beffe di lui. Il Salvini trionfatore delle europee solo un mese e mezzo fa, oggi sembra aver perso all’improvviso il suo smalto e proprio sull’argomento a lui più caro. Me è il frutto di una serie di debolezze e di errori strategici visibili da tempo. SINDACATO La CGIL lancia una campagna nazionale, ‘No easy rider’, con al centro i lavoratori del Food Delivery, un campo in cui finora a rappresentare i lavoratori sono stati piuttosto gruppi auto-organizzati come le Riders Union e i sindacati di base. Ne parliamo con Tania Scacchetti, segretaria nazionale della CGIL e responsabile della campagna, a cui chiediamo anche come la CGIL si sta attrezzando per le sfide di un mondo del lavoro che cambia e dove la dimensione internazionale si fa sempre più decisiva. LOTTE A Hong Kong la mobilitazione contro la extradition law va avanti, ma fa i conti con un quadro di isolamento internazionale. L’assalto all’edificio del Parlamento e i segnali lanciati alla popolazione della Cina continentale potrebbero rappresentare un tentativo di rompere l’accerchiamento.

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PRIMOPIANO R. Lajolo: ‘I riders vogliono un tavolo di trattativa’

Il tribunale di Torino la settimana scorsa ha respinto l’azione legale di sei ex riders di Foodora, la piattaforma per la consegna di cibo a domicilio, che avevano impugnato il licenziamento e chiesto il riconoscimento dello status di dipendenti. Il giudice ha respinto la richiesta con una sentenza di cui si attende che vengano depositate le motivazioni (Corriere120418, LaStampa110418). I legali dei sei riders hanno annunciato che presenteranno ricorso. Foodora, una delle maggiori piattaforme di food deliverance, opera in una decina di paesi. In Italia è arrivata qualche anno fa, spartendo da Milano e da Torino, a cui in seguito si sono aggiunte Roma, Bologna, Firenze e Verona. Nel 2016 l’azienda salì all’onore delle cronache dopo che i riders torinesi avevano bloccato il servizio per protestare contro l’introduzione del cottimo al posto della retribuzione oraria.  Domenica a Bologna più di 100 riders da tutta Italia si sono riuniti per fare il punto della situazione e decidere come portare avanti le proprie ragioni dopo la sentenza negativa di Torino (Manifesto170418, FattoQuotidiano160418). Il giorno dopo una trentina di lavoratori hanno occupato la sede milanese di Deliveroo e sono stati respinti dagli addetti alla sicurezza (video sulla pagina FB di DeliveranceProject). Dopo le prime lotte nel 2016 i riders si sono organizzati su base cittadina –  nuclei più forti sono a Torino, Milano e Bologna – cercando al contempo di coordinarsi a livello nazionale. Per informazioni sulle loro attività si possono consultare le pagine FB DeliveranceProject (Torino), DeliveranceMilano e UnionRiders Bologna. Per chiedere una valutazione delle ultime vicende e qualche anticipazione sulle prossime scadenze abbiamo intervistato Ricardo Lajolo, rider torinese di Foodora che ha preso parte all’incontro a Bologna ed è stato uno dei primi organizzatori del movimento dei lavoratori in questo settore.

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