Newsletter061224: Dietro al “golpe” la bomba sociale della Corea del sud

POLITICA Martedì in Corea del Sud c’è stato un “colpo di Stato di tre ore”, come titola l’analisi pubblicata su Jacobin. Dopo che il presidente Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale e il Parlamento gli ha imposto la revoca la Confederazione sindacale KCTU ha proclamato uno sciopero a oltranza chiedendo le dimissioni di Yoon. Ma il sindacato dei ferrovieri aderisce allo sciopero rivendicando anche aumenti salariali e più personale. Uno scontro di potere in cui i lavoratori entrano non solo “in difesa della democrazia” (la legge marziale vieta anche scioperi e manifestazioni), ma contro un regime ferocemente avverso a loro e al sindacato. Nel 2021, sotto il presidente Moon Jae-in (Partito Democratico), la polizia aveva fatto irruzione nel quartiere generale della KCTU e arrestato il suo leader. L’anno scorso il governo del partito conservatore di Yoon ha tentato di riportare le ore di lavoro settimanali a 69 (oggi sono 52). Nel 2021 un coreano ha lavorato in media 1.915 ore, 5 ore e 15 minuti al giorno 365 giorni l’anno (contro le 1.792 degli USA). Un dato da mettere in correlazione al tasso di fertilità più basso al mondo. Un’analisi delle “peculiari relazioni industriali” coreane sull’East Asia Forum, nonostante le soluzioni proposte dall’autore non convincano, offre un quadro abbastanza interessante della situazione.

Newsletter051124: USA Soggetti e strategia di lotta nel mondo del lavoro

LOTTA DI CLASSE Mentre il mondo intero attende con trepidazione un risultato elettorale che non cambierà granché le sorti degli Stati Uniti, in pochi si interrogano su un’ondata di lotte sindacali che ormai da anni attraversa l’economia americana, profondamente mutata in questi anni, per ricavarne delle lezioni e prepararsi a nuove lotte, qualunque sia il nuovo inquilino della Casa Bianca. Una lunga analisi di Bruno Cartosio, uno dei maggiori studiosi italiani del movimento operaio USA, sulle mobilitazioni sindacali di questi anni e ciò che esse ci insegnano. CINEMA&POLITICA “Berlinguer, la grande ambizione” non convince né sul piano della ricostruzione storica e politica né sul piano prettamente cinematografico. La nostra recensione del film che ha debuttato alla Mostra del Cinema di Venezia ed è da poco nelle sale.

Newsletter151024: “Fino a 100 morti innocenti per un capo di Hamas”

GUERRA&TECNOLOGIA Nel corso di un convegno tenutosi a Roma venerdì scorso Moran Rapoport (972+ Magazine), di cui pubblichiamo l’intervento integrale, e Safwat al-Khalout (al Jazeera) hanno raccontato inchieste giornalistiche ed esperienza diretta dell’utilizzo dell’IA come arma di sterminio da parte dell’IDF israeliano, un tema di cui ci siamo già occupati e che prefigura l’abisso di barbarie in cui il mondo intero rischia di precipitare. Per eliminare un capo di Hamas autorizzati fino a 100 “effetti collaterali”. LOTTE Dopo la Corea anche in India i lavoratori di Samsung Electronics sono in sciopero da oltre un mese per chiedere salari e condizioni di lavoro migliori, ma soprattutto il riconoscimento del sindacato che li organizza: le ragioni dei lavoratori, la posizione di Samsung e il ruolo del governo locale.

Newsletter081024: Amazon, magazzini o caserme?

LAVORO Un controllo pressante e ansiogeno che in alcuni casi trasforma i magazzini di Amazon e dell’indotto in vere e proprie caserme: è l’impietoso ritratto dipinto da lavoratori, sindacalisti e studiosi delle condizioni di lavoro imposte dal colosso dell’e-commerce. Nuove tecnologie, vecchi sistemi di sfruttamento. Negli USA sia i magazzinieri che i driver per difendersi da quel controllo e chiedere diritti sindacali e salari migliori, stanno aderendo in massa allo storico sindacato dei Teamsters e abbandonando i sindacati indipendenti che avevano tentato di creare nei primi tentativi di organizzarsi nei magazzini.

Newsletter240924: I camionisti lasciano Kamala Harris a piedi

POLITICA Mentre i “progressisti” e persino ampia parte della sinistra in Europa tifano per Kamala Harris per scongiurare la vittoria del “barbaro” Trump, dagli Stati Uniti arrivano segnali in controtendenza. I Teamsters, una delle principali organizzazioni sindacali nordamericane, oltre un milione di iscritti nel settore dei trasporti e della logistica, la scorsa settimana hanno annunciato che per la prima volta nella storia non appoggeranno un candidato democratico alla presidenza. Ma anche un editoriale su The Intercept, testata giornalistica d’inchiesta fondata da un miliardario iraniano-americano, orientata genericamente a sinistra, stigmatizza l’abbraccio tra la Harris e i neocon americani e dipinge i due candidati intenti a scavalcarsi a destra l’un l’altro.

Newsletter200924: Volkswagen, la Mitbestimmung non aiuta

LAVORO La vicenda dei 15.000 licenziamenti annunciati alla Volkswagen ha origini strutturali nella crisi globale dell’auto, ma i suoi esiti rischiano di essere aggravati dai frutti avvelenati della Mitbestimmung tedesca, la cogestione tra aziende e sindacato, che in Italia alcuni considerano una possibile via al socialismo. Un altro colpo alla leggenda della Germania “paradiso dei lavoratori”. CINEMA “Campo di battaglia” di Gianni Amelio non è solo un gran bel film, è anche un’opera coraggiosa su un tema che di questi tempi è tabù: la diserzione. E forse non è un caso che a Venezia non abbia avuto neanche un premio.

Newsletter190424: La Cina occupa i porti europei grazie all’austerity

AUSTERITY&SICUREZZA Un’inchiesta di FTM rivela come il draconiano piano di privatizzazioni imposto alla Grecia nel 2015 abbia consegnato alla Cina la chiavi di un’infrastruttura strategica come il Pireo e come Pechino abbia occupato il 10% dei porti europei. Con le imprese che chiedevano a Bruxelles di non ostacolare gli investimenti cinesi in Europa per timore di perdere parte dei loro profitti. SINDACATO Il risultato del referendum nel magazzino Amazon di Coventry, di cui abbiamo parlato nell’ultima newsletter, è arrivato con due giorni di ritardo, per effetto di un risultato maturato per soli 29 voti di scarto: il sindacato ha perso.

Newsletter160724: Amazon, il sindacato entra nel primo magazzino inglese?

LOTTE Mentre i dipendenti coreani di Samsung Electronics proclamano il primo sciopero a oltranza della loro storia i dipendenti Amazon di Coventry raccolgono i frutti del primo sciopero in un magazzino del Regno Unito, avvenuto un anno e mezzo fa. Nelle ore in cui scriviamo aspettano i risultati del referendum per il riconoscimento ufficiale del sindacato. Nel gennaio 2023 PuntoCritico intervistò Stuart Richards, senior organiser del sindacato GMB, che nei giorni scorsi ha riassunto su Jacobin tappe e ragioni del processo di sindacalizzazione. In aziende come Amazon l’impatto dell’intelligenza artificiale sui lavoratori è una delle sfide rivolte al sindacato, ma anche un’occasione di rilancio ed espansione. Un lungo articolo su Equal Times spiega come si muovono le grandi organizzazioni sindacali nel mondo e fa appello a unire le forze.

Newsletter180624: Samsung, primo sciopero della storia

SINDACATO Per la prima volta nella storia i dipendenti del colosso dell’elettronica coreana Samsung entrano in sciopero per chiedere aumenti salariali più elevati di quelli decisi dall’azienda. Un’azione che si colloca in un più generale trend di aumento della sindacalizzazione e delle lotte, in un paese noto per la sua allergia al sindacato. EUROPEE Nelle tabelle e nelle considerazioni di Antongiulio Mannoni i risultati reali delle elezioni: il centrodestra maschera l’usura di governo e la conseguente perdita di voti grazie a un avanzamento percentuale dovuto alla crescita dell’astensione. Il M5S è il grande sconfitto, mentre il magro guadagno del PD, deformato dalla lente percentuale, viene spacciato per una vittoria. Bene solo la “sinistra”.

Nerwsletter190324: USA Gaza scuote sindacato e politica

POLITICA La carneficina in atto a Gaza scuote il sindacato americano e l’elettorato democratico. Un appello dell’UAW per il cessate il fuoco raccoglie ampie adesioni nel movimento sindacale, ma è in flagrante contraddizione con l’endorsement elettorale a Biden annunciato a gennaio. Gaza potrebbe avere un impatto inaspettato sulle presidenziali. DESTRE L’India è davvero la “democrazia più grande del mondo”, come ci si ostina a definirla in Italia? Il BJP, il più grande partito politico del mondo nel paese più grande del mondo, è il braccio politico di un gruppo paramilitare nazionalista che alla sua nascita prese ad esempio il fascismo italiano e oggi esporta la sua cultura reazionaria nei paesi meta dell’emigrazione indiana. Ma in Italia anche per i più acerrimi critici del “governo postfascista” della Meloni quello indiano sembra essere un “nazionalismo accettabile”.

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