LOTTE Le cifre dell’adesione allo sciopero generale di mercoledì in Argentina non sono chiare, ma una cosa è certa: la burocrazia sindacale della CGT peronista, sotto la pressione della rabbia popolare, è stata costretta a spingersi oltre le proprie intenzioni e, come racconta l’articolo di International Viewpoint che abbiamo tradotto, in alcuni quartieri di Buenos Aires si stanno riformando le assemblee popolari che guidarono la sollevazione del 2001. Per Milei, il cui partito ha meno di un sesto dei deputati e un nono dei senatori e che perciò deve fare affidamento sul sostegno di una parte dei suoi ex avversari, la situazione non è semplice. Sempre mercoledì in Germania il Gewerkschaft Deutscher Lokomotivführer, sindacato dei macchinisti, ha dato il via al più lungo sciopero delle ferrovie della storia tedesca, sei giorni (il record era cinque nel 2015) per chiedere aumenti salariali e riduzione dell’orario e della settimana lavorativa. I lavoratori, tranne in Italia, tornano protagonisti.
sindacato
Newsletter120124: Perché la lotta dei lavoratori svedesi di Tesla ci riguarda
LOTTE Lamentarsi che tutto va male, come si è soliti fare a sinistra, è il modo migliore per non cogliere neppure i segnali incoraggianti che arrivano dal mondo. Gianni Alioti ci descrive l’efficace strategia di isolamento – niente riparazioni, consegne, targhe e lamiere per le auto Tesla – messa in atto dai sindacati scandinavi a sostegno di 130 dipendenti svedesi dell’azienda americana, impegnati in un braccio di ferro con Elon Musk per difendere un diritto loro e di tutti i lavoratori del mondo: costituirsi in sindacato. E un articolo di Labor Notes dagli Usa conferma che una lotta vinta può essere contagiosa: dopo la vertenza con le Big Three nell’impianto di assemblaggio di Chattanooga mille lavoratori Volkswagen aderiscono all’UAW e avviano l’iter per la creazione del sindacato interno.
Newsletter071123: Cile, il fallimento di Gabriel Boric
POLITICA Dopo aver fatto deragliare, un anno fa, la riforma costituzionale, Gabriel Boric subisce l’iniziativa della destra, che impone una nuova bozza di carta ricca di insidie. Nel frattempo il suo governo approva una legge che incentiva ulteriormente la brutalità dei carabineros. Mica male per un governo “progressista” che infiamma i cuori della sinistra italiana. SINDACATO In Europa cresce la pressione per costringere Elon Musk a negoziare col sindacato negli stabilimenti Tesla. Ma la carta vincente potrebbe essere l’accelerazione impressa negli USA dalla vittoria del sindacato nella vertenza per il rinnovo contrattuale con le Big Three. Il leader dell’UAW Fein ha già annunciato che intende sindacalizzare le altre case automobilistiche. E Tesla potrebbe essere la prima della lista.
Newsletter061023: Sicurezza, Cassazione condanna un rappresentante dei lavoratori
LAVORO Lo scorso 25 settembre la Cassazione ha confermato una sentenza che costituisce un precedente pericoloso: per la prima volta un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza viene giudicato responsabile e condannato insieme al datore di lavoro nel processo per un incidente mortale in fabbrica. La reazione del sindacato e l’esperienza di un ex RLS: “Lo Stato ti chiede di fare l’eroe, ma a me ha lasciato da solo”. … e (PSEUDO)LAVORO Si iscrivono al Servizio Civile Universale per ideale o per cambiare il mondo e spesso si ritrovano utilizzati come dipendenti pagati (poco) dallo Stato per sostituire dipendenti di cooperative ed enti pubblici. E così le domande precipitano. Le esperienze dei giovani delusi dal SCU in un reportage di Caterina Maggi.
Newsletter080923: L’ex macchinista: “Sicurezza violata per denaro, ieri come oggi”
(IN)SICUREZZA SUL LAVORO “Una leggerezza frequente, accettata” la definisce un’ex macchinista delle Ferrovie nella testimonianza che ci ha inviato dopo l’incidente a Brandizzo, in cui spiega che oggi, così come quarant’anni, fa il motivo per cui le regole più elementari in vigore lungo i binari vengono violate è lo stesso: far risparmiare tempo e denaro alle imprese. E mentre dall’altra parte dell’Atlantico 150.000 lavoratori del settore automobilistico si apprestano a scioperare per ottenere un aumento di stipendio del 46%, la riduzione dell’orario a 32 ore e il ripristino del vecchio sistema previdenziale, una corrispondenza dall’Ohio ci svela che migliaia di operai addetti alla produzione di batterie per veicoli elettrici, lavorano maneggiando sostanze nocive senza adeguate protezioni, esposti a scosse e perdite di gas, con salari bassi e aumenti di poche decine di centesimi l’anno. Il tutto in nome della transizione a una “economia pulita”.
Newsletter130623: Starbucks Italia e la lezione sindacale americana
LAVORO&SINDACATO “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!”: per noi questa celeberrima esortazione di Marx ed Engels a un movimento politico e sindacale dei lavoratori ancora in formazione non è solamente ancora attuale, lo è, semmai, più di allora per il grado di mondializzazione dell’economia a cui siamo giunti 170 anni dopo. In questa newsletter parliamo della sindacalizzazione dei lavoratori di Starbucks in Nordamerica, perché la rapida espansione di questa azienda in Italia e la crescita del personale (quasi 700 addetti entro il 2023) pone la sinistra e il sindacato di fronte a inevitabili riflessioni su come intervenire in un settore al centro dell’offensiva delle imprese – ristorazione e pubblici esercizi – con le immancabili menate sui giovani che non vogliono lavorare (ora ci si è messo pure Claudio Amendola). E traduciamo in italiano la lettera di Reza Shahabi, sindacalista degli autoferrotranvieri di Tehran in carcere, ai sindacalisti che in questi giorni sono a Ginevra per la Conferenza annuale dell’OIL, perché pensiamo che farla circolare, in particolare nel sindacato, sia il “minimo sindacale”, proprio in tutti i sensi, per dimostrare solidarietà a chi da anni combatte contro il regime iraniano, ma viene ignorato, perché per le esigenze degli imperialismi occidentali è preferibile dipingere la lotta del popolo iraniano semplicemente come una lotta delle donne e dei giovani per i diritti democratici.
Newsletter260523: Sindacalizzare il lavoro ultraprecario è possibile?
LAVORO&SINDACATO Un recente articolo pubblicato su Labor Notes affronta un problema cruciale: è possibile sindacalizzare settori di lavoratori non solo precari, ma anche impiegati in posti di lavoro usuranti o in modelli produttivi che prevedono la continua sostituzione di una quota significativa della forza-lavoro? La risposta è interessante: è possibile e l’esperienza mostra che dove il sindacato è presente il turnover si riduce, perché lottare collettivamente per migliorare le condizioni di lavoro è un’alternativa alla fuga. LIBRI Il “lavoro usa e getta” è al centro anche di un bel saggio su Amazon pubblicato di recente: Il magazzino, Lavoro e macchine ad Amazon di Alessandro Delfante. L’autore ha avuto anche la brillante intuizione di andare a spulciare i brevetti depositati da Amazon per capire che piani ha per il futuro dei lavoratori nei suoi magazzini.
Newsletter100223: Geopolitica e lotta di classe in Estremo Oriente
POLITICA&SINDACATO Tre notizie tratte dalla stampa internazionale ci illuminano sull’intreccio tra confronto geopolitico e lotta di classe in Estremo Oriente e sul potenziale ruolo che le organizzazioni dei lavoratori americane ed europee potrebbero svolgere per evitare una precipitazione degli eventi, in particolare un conflitto nel Pacifico: 1. l’inflazione mette a rischio le ottime relazioni tra sindacato, imprese e governo in un Giappone che da tempo ha messo da parte la “Costituzione pacifista”; 2. i servizi segreti fanno irruzione nella sede centrale della Confederazione dei Sindacati della Corea del Sud, adducendo a giustificazione le presunte relazioni di alcuni funzionari sindacali col Nord; 3. in un incontro tra grandi gruppi della finanza tecnologica svoltosi a New York il rappresentante di un fondo di capital venture legato all’amministrazione Biden ha dichiarato che una guerra Cina-USA nel Pacifico sarebbe una grande opportunità per le aziende come la sua.
Newsletter170123: “Io, operaio italiano a Sheffield, sto con chi sciopera”
LOTTE Ancora uno sguardo agli scioperi dei lavoratori britannici. Questa volta ne parliamo con un italiano che da 7 anni lavora come operaio specializzato in una fabbrica metalmeccanica a Sheffield. Andrea ci racconta la condizione dei lavoratori inglesi e il collasso dei servizi pubblici con gli occhi di chi è ormai integrato nella working class britannica, ma allo stesso tempo è in grado di spiegarci analogie e differenze con la situazione italiana. LETTURE In “Dopo la democrazia tra populismo e tecnocrazia: un decennio vissuto pericolosamente” Giuseppe Alberto Falci e Jacopo Tondelli ripercorrono il decennio da Monti alla fine di Draghi e raccontano in modo impietoso ciò che chiamano “l’avvelenamento della democrazia italiana”. Ma veramente tecnocrazia e populismo rappresentano una degenerazione della democrazia dei bei tempi andati? O sono solo l’arma utilizzata dai diversi settori della borghesia italiana per rispondere alla propria crisi di fronte alle sfide di un capitalismo che cambia?
Newsletter100123: lotte sindacali in Gran Bretagna: un Canto di Natale
In questa prima newsletter del 2023 pubblichiamo due articoli scritti negli ultimi scampoli di 2022 e che abbiamo ricevuto durante la consueta pausa festiva delle nostre pubblicazioni. SINDACATO Nel primo di tre articoli dedicati rispettivamente alle lotte sindacali, ai movimenti sociali e alla situazione politica britannici, lo storico Alberto Pantaloni, di cui prima di Natale abbiamo recensito il saggio su Hobsbawm storico del lavoro, ci fornisce notizie e riferimenti utili a comprendere in modo più approfondito il contesto in cui si sviluppa l’ondata di scioperi che scuote il Regno Unito e di cui ci siamo occupati a più riprese nei mesi passati. Il dato più rilevante è che aldilàdell’esito complessivo di questa mobilitazione gli scioperi hanno già fatto levitare la massa dei salari di centinaia di milioni di sterline. CAPITALISMO Prendendo spunto dallo scandalo del Qatargate Amedeo Rossi evidenzia l’ipocrita reazione dei media e della politica europei, da anni al corrente degli interessi economici e delle manovre di potere innescate da questi ultimi dietro le quinte della World Cup, e analizza gli intrecci di questo evento sportivo con la politica medio-orientale.