LAVORO Un controllo pressante e ansiogeno che in alcuni casi trasforma i magazzini di Amazon e dell’indotto in vere e proprie caserme: è l’impietoso ritratto dipinto da lavoratori, sindacalisti e studiosi delle condizioni di lavoro imposte dal colosso dell’e-commerce. Nuove tecnologie, vecchi sistemi di sfruttamento. Negli USA sia i magazzinieri che i driver per difendersi da quel controllo e chiedere diritti sindacali e salari migliori, stanno aderendo in massa allo storico sindacato dei Teamsters e abbandonando i sindacati indipendenti che avevano tentato di creare nei primi tentativi di organizzarsi nei magazzini.
Teamsters
Newsletter240924: I camionisti lasciano Kamala Harris a piedi
POLITICA Mentre i “progressisti” e persino ampia parte della sinistra in Europa tifano per Kamala Harris per scongiurare la vittoria del “barbaro” Trump, dagli Stati Uniti arrivano segnali in controtendenza. I Teamsters, una delle principali organizzazioni sindacali nordamericane, oltre un milione di iscritti nel settore dei trasporti e della logistica, la scorsa settimana hanno annunciato che per la prima volta nella storia non appoggeranno un candidato democratico alla presidenza. Ma anche un editoriale su The Intercept, testata giornalistica d’inchiesta fondata da un miliardario iraniano-americano, orientata genericamente a sinistra, stigmatizza l’abbraccio tra la Harris e i neocon americani e dipinge i due candidati intenti a scavalcarsi a destra l’un l’altro.
Newsletter090724: Amazon e Tesla, corrispondenze da USA e Svezia
SINDACATO Il braccio di ferro tra i lavoratori svedesi di Tesla ed Elon Musk va avanti, nonostante tutto. “Sono pronto a scioperare per mesi e persino per anni” racconta uno di loro, mentre continuano le azioni di solidarietà di altri lavoratori anche all’estero e il sindacato svedese IF Metall prende contatti coi suoi omologhi IG Metall e UAW in Germania e negli USA. Nel frattempo un’altra multinazionale americana del settore tecnologico, Amazon, compie trent’anni, ma non cambia metodo, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei dipendenti. Una corrispondenza dagli USA racconta l’esperienza di una lavoratrice ex militante politica, che alla fine decide di abbandonare il magazzino insieme alla moglie e fa alcune riflessioni sulla difficoltà di sindacalizzare i magazzini del colosso di Seattle e sulla crisi di Amazon Labor Union, che a giugno si è affiliata ai Teamsters.
Newsletter091018: Brasile, Bolsonaro vince ma è debole
POLITICA Nei giorni in cui in molti ci spiegano che l’Italia non può ignorare le indicazioni dei mercati quegli stessi mercati festeggiano la vittoria al primo turno delle elezioni brasiliane di Jair Bolsonaro, un reazionario nostalgico della dittatura militare, uno che sostiene che le donne devono guadagnare meno perché rimangono incinte e che i suoi figli non sono diventati gay perché hano avuto una buona educazione. Centinaia di migliaia di donne scese in piazza al grido di ‘Ele não’ (Lui no) hanno indicato il terreno su cui Bolsonaro è battibile, mentre il sindacato ha scelto la strada (perdente) del sostegno elettorale al candidato del PT. Del resto i numeri indicano che Bolsonaro, forte nelle urne, è debole nella società. SINDACATO Negli USA i lavoratori della UPS, il colosso delle consegne pacchi, infliggono una sonora sconfitta ai Teamster, lo storico sindacato dei camionisti del leggendario Jimmy Hoffa. Giovedì hanno bocciato il rinnovo contrattuale siglato nei giorni precedenti e che prevede l’introduzione di salari diversi per lavoratori che svolgono le stesse mansioni. SICUREZZA L’Olanda ha espulso 4 cittadini russi sorpresi in attività di spionaggio. Un articolo di Wired rivela come i 4 agenti dei servizi segreti militari utilizzassero anche semplici prodotti in commercio nei negozi di elettronica per inserirsi nelle reti wi-fi di hotel e uffici e spiare i propri bersagli. I congegni supertecnologici dei film di James Bond ormai non sembrano essere più necessari. Al contempo la diffusione dell’elettronica ci rende tutti più vulnerabili e potenziali intrusioni.
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Newsletter250518: l’estremista Paolo Savona
POLITICA Pare che lo scoglio su cui potrebbe infrangersi il ‘Governo del cambiamento’, al cui travagliato parto assistiamo in questi giorni, sia un anziano professore di economia monetaria, liberale moderato, dagli anni ’60 impegnato ai vertici delle maggiori istituzioni politiche ed economiche del capitalismo italiano. Un caso di estremismo senile? O il sintomo di una crisi in cui anche la critica più moderata si trasforma in una minacciosa spada di Damocle che incombe su Bruxelles incutendo terrore? O ancora un semplice espediente propagandistico per condizionare i passi del futuro esecutivo? AMERICA LATINA Dopo Brasile e Venezuela, anche il Nicaragua è attraversato da un’ondata di manifestazioni popolari, che da un mese scuotono, pur con intensità decrescente il governo di uno dei tanti miti della sinistra mondiale, Daniel Ortega, caudillo del Fronte Sandinista, contestato un composito fronte formato da studenti, lavoratori, contadini, ma anche industriali, proprietari terrieri e gerarchie ecclesiastiche che negli ultimi diecì anni avevano sostenuto la sua politica di sostegno alle imprese e di apertura al capitale straniero. SINDACATO Secondo il sito americano Jacobin, dopo la stagione di scioperi nella scuola, in estate qualcosa potrebbe muoversi nel settore della logistica, dove la trattativa sul contratto UPS (280mila iscritti al sindacato) e l’insoddisfazione serpeggiante tra i lavoratori per la politica aziendale, ma anche per la condotta del sindacato, potrebbero riservarci delle sorprese. In un settore sempre più centrale per il capitalismo globale, la logistica, notizie di agitazioni arrivano un po’ da tutto il mondo. In Cina nelle ultime settimane ci sono state manifestazioni in diverse città contro i tagli alle paghe annunciati dalla compagnia di Hong Kong Lalamove. Dalla Francia arriva invece la notizia, scontata, che la riforma delle ferrovie promossa dal Governo è stata bocciata dai lavoratori nel corso della consultazione terminata lunedì scorso. Il problema ora è capire quali conseguenze avrà il voto sulla trattativa e sugli scioperi. CULTURA E’ morto a 85 anni, sei anni dopo aver annunciato il suo ritiro dall’attività letteraria, Philip Roth, autore ebreo americano, la cui opera rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione delle contraddizioni e delle inquietudini che hanno attraversato la società americana negli ultimi 50 anni.
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