LAVORO I lavoratori delle piattaforme – così come i magazzinieri e i driver di Amazon – rischiano di diventare una prefigurazione del modo in cui funzionerà una quota rilevante del mondo del lavoro di domani. Per questo da tempo dedichiamo loro molto spazio. In questa newsletter: da una recente inchiesta della BBC sull’utilizzo di rider minorenni nel Regno Unito emerge che uno di loro, Leo, è morto sul lavoro a 17 anni e aveva iniziato a lavorare per Deliveroo dall’età di 15, grazie alla pratica della substitution, una sorta di caporalato digitale ammesso dalla legge britannica; un’intervista a Mesut Çeki, presidente dell’Associazione per i diritti dei fattorini in Turchia, ci descrive i problemi dei rider in un paese con tradizioni culturali e un mercato del lavoro molto diversi dai nostri, ma problemi in larga misura comuni, incluso quello della rappresentanza sindacale. In conclusione: il mercato del lavoro turco si sta occidentalizzando o è quello britannico (e non solo) a “turchizzarsi”?
Turchia
Newsletter190523: il Gandhi turco che parla come Trump
TURCHIA Nei giorni scorsi i nostri media hanno parlato delle elezioni in Turchia presentando il capo dell’opposizione Kilicdaroglu, un uomo che propone di cacciare i profughi siriani e afgani e di negare loro una casa, come un mite 74enne in lotta per la democrazia. SUDAN Escono ulteriori conferme su quanto avevamo scritto due settimane fa: l’Italia dal 2016 fornisce armi e addestramento a una delle milizie che stanno mettendo a ferro e fuoco il paese (i janjaweed – diavoli a cavallo – noti per le brutalità compiute in Darfur), aiuti ufficialmente concessi per “combattere l’immigrazione clandestina” col beneplacito di Bruxelles. Lo conferma in un video il comandante, che ringrazia. A fare il tifo per lo sfidante di Erdogan e a tacere delle responsabilità italiane in Sudan non sono i partiti “sovranisti” e i loro giornali di area, ma l’intero circuito politico-mediatico dell’imperialismo italiano, nelle sue versioni di centrosinistra e di centrodestra.
Newsletter221019: Erdogan, vittoria a metà
GEOPOLITICA Chi ha vinto e chi no in Siria? E’ la domanda che si pongono analisti italiani e stranieri dopo i recenti accordi diplomatici a seguito dell’offensiva delle milizie filo-turche contro la Siria nord-orientale. Un interrogativo che trova risposte interessanti ma tutte rinchiuse in un’angusta narrazione i cui protagonisti sono solo cancellerie, stati maggiori e consigli d’amministrazione. Tuttavia a mettere in crisi Erdogan più che le sanzioni e le minacce della diplomazia potrebbero essere lo sgretolamento della sua autorità e le contraddizioni sociali in patria. ECONOMIA L’ipocrisia europea sulla questione curda è esemplificata dall’atteggiamento del premier Conte, che in pochi giorni è passato dal ‘basta armi alla Turchia’ a ‘bloccare le armi non serve’. Esiste un complesso militar-industriale italiano? E quanto ha pesato su questa ‘correzione’ di rotta? POLITICA Rapido capovolgimento di fronte anche sull’ILVA, col secondo passo indietro della politica italiana sullo ‘scudo legale’ ad ArcelorMittal. Ancora una volta la politica, invece di risolvere i problemi sociali, addebita alla società i costi delle proprie contraddizioni interne.
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